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Occhio alle etichette sulla carne! Ecco cosa dovete trovare

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Salute

Occhio alle etichette sulla carne! Ecco cosa dovete trovare

Pubblicato

3 anni fa

il

2 aprile 2015

Di

Luigi Gabriele
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A partire dal 1° aprile entra in vigore una novità importante riguardo la nuova etichettatura alimentare: l’obbligo di indicazione del paese d’origine o della provenienza per le carni fresche, refrigerate o congelate delle specie suine, ovine, caprine e volatili.

L’indicazione dell’origine o della provenienza della carne rappresenta un’esigenza importante dibattuta dai consumatori, sin dalla comparsa a metà degli anni ‘90 delle varie forme di TSE (encefalopatie spongiformi trasmissibili) che colpirono prevalentemente la specie Bovina, con l’epidemia della “mucca pazza”. Il legislatore europeo intervenne allora, introducendo l’indicazione dell’origine della carne fresca bovina in etichetta, senza però estendere tale informazione alle altre specie di carne venduta ai consumatori.

Il Regolamento UE 1169/2011 estende l’indicazione obbligatoria per le carni delle specie suine, ovine, caprine e volatili, prevedendo seppur in modo confusionale per i consumatori, specifiche distinzioni riguardo:

a) indicazione del luogo di nascita;

b) indicazione del luogo di allevamento;

c) indicazione del luogo della macellazione.

La nuova etichettatura prevede: la dicitura “ORIGINE” , seguita dal nome della nazione dove siano avvenute le tre fasi, nel caso in cui l’animale sia nato, allevato e macellato in un unico Paese membro o Paese terzo.

Differente risultano invece le indicazioni stabilite, sia per le specie animali diverse che per le fasi di allevamento e macellazione distinte.

Riguardo all’allevamento, avremo la dicitura “ALLEVATO IN”, seguito da:

SPECIE SUINA

a) se l’animale è stato abbattuto con età superiore ai 6 mesi, verrà indicato il Paese membro o Paese terzo dove l’animale è stato allevato negli ultimi 4 mesi;

b) se l’animale è stato abbattuto con età inferiore ai 6 mesi ed un peso maggiore degli 80 kg, verrà indicato il luogo di allevamento dove l’animale ha superato i 30 kg;

c) se l’animale è stato abbattuto con età inferiore ai 6 mesi ed un peso minore degli 80 kg, verrà indicato il Paese membro o Paese terzo dove è avvenuto l’intero ciclo d’allevamento;

SPECIE OVINE e CAPRINE

a) se l’animale è stato abbattuto con età superiore ai 6 mesi, verrà indicato il Paese membro o Paese terzo dove l’animale è stato allevato nei primi 6 mesi;

b) se l’animale è stato abbattuto con età inferiore ai 6 mesi, verrà indicato il Paese membro o Paese terzo dove è avvenuto l’intero ciclo d’allevamento;

SPECIE VOLATILI

a) se l’animale è stato abbattuto con età superiore 1 mese, verrà indicato il Paese membro o Paese terzo dove l’animale è stato allevato nel primo mese;

b) se l’animale è stato abbattuto con età inferiore 1 m se, verrà indicato il Paese membro o Paese terzo dove è avvenuto l’intero ciclo d’allevamento.

Riguardo l’indicazione della macellazione, avremo la dicitura “MACELLATO IN” , seguita dal nome del Paese membro o Paese terzo – dove avvenuta.

“La nuova norma – dichiarano Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale CODICI e Matteo Pennacchia, Responsabile settore agroalimentare dell’Associazione – è una vittoria a metà per i consumatori di carni fresche, i quali potranno conoscere l’identità delle carni di maiale, pecore, capre e polli, oltre che di quella bovina, ma continueranno a mangiare carne fresca anonima di coniglio, cavallo e salumi di maiale, di cui l’Italia ne produce la maggior parte su scala europea”.

“La nuova norma esclude la carne di coniglio, molto consumata dagli italiani e soprattutto la carne suina trasformata in salumi, consumati con assidua frequenza sulle nostre tavole. Inoltre, il nuovo regolamento è ancora discusso in sede d’Esecutivo europeo, riguardo l’indicazione obbligatoria dell’origine delle carni trasformate negli alimenti, che dopo lo scandalo dei tortellini farciti con carne di cavallo, ma indicata in etichetta come carne bovina, evidenzia il rischio di frodi a danno dei consumatori. Lo scorso febbraio, il Parlamento UE ha votato a favore una risoluzione a riguardo, tenendo conto la relazione della Commissione, la quale evidenzia come il 90% dei consumatori europei ritiene questa indicazione in etichetta necessaria”.

CODICI invita i consumatori a segnalarci le irregolarità che notano al banco carni da oggi contattando il nostro sportello (Tel. 065571996, email segreteria.sportello@codici.org).

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Salute

Nasce una nuova organizzazione ambientalista italiana: CONFASSOCIAZIONE AMBIENTE

Pubblicato

1 settimana fa

il

17 aprile 2018

Di

Luigi Gabriele

PERSICI, PRESIDENTE CONFASSOCIAZIONI Ambiente: “ai blocchi di PARTEnza CONFASSOCIAZIONI AMBIENTE, LA NUOVA BRANCH DI CONFASSOCIAZIONI dedicata all’Ambiente. Giovedì 19 aprile A ROMA nella Sala stampa dI MONTECITORIO LA SUA presentazione UFFICIALE”

 

Roma, 17 aprile 2018: “La tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini sono temi che vanno affrontati con tempestività e determinazione. Per salvare l’uomo bisogna salvare il Pianeta poiché lo sviluppo incontrollato e lo sfruttamento generalizzato delle risorse naturali hanno determinato innegabili conseguenze sia per la salute umana, sia per gli ecosistemi. Lo ha dichiarato Antonio PERSICI, Presidente di CONFASSOCIAZIONI Ambiente, la nuova branch di CONFASSOCIAZIONI, che viene presentata ufficialmente giovedì 19 aprile alle ore 11.30 a Roma presso la Sala Stampa di Montecitorio (via della Missione, 4) e che si occuperà di tutte le tematiche relative all’ambiente: fonti rinnovabili, efficienza energetica, salute e alimentazione.

 

“La sfida che siamo tutti chiamati ad affrontare è quella della sostenibilità – ha proseguito Antonio PERSICI, che è anche Presidente di OIC, Osservatorio Imprese Consumatori -. Se si vuole costruire un futuro a lungo termine per il nostro Pianeta, le tematiche ambientali dovranno essere affrontate in maniera sempre più adeguata. La branch strategica di CONFASSOCIAZIONI dedicata all’Ambiente, nasce proprio da questa volontà: cogliere le opportunità che offre la green economy, avviare campagne informative per diffondere la cultura della sostenibilità, diffondere nelle imprese la consapevolezza del valore degli investimenti in efficientamento energetico, promuovere iniziative di salvaguardia dell’ambiente e portare all’attenzione della politica e delle istituzioni le problematiche ambientali e i conseguenti rischi per la salute e la sicurezza pubblica, discutendo possibili soluzioni”.

 

“La tutela dell’ambiente è un dovere per ogni cittadino affinché il suo diritto di vivere sia sostenibile nel lungo periodo – ha continuato il Presidente di CONFASSOCIAZIONI, Angelo DEIANA. Oggi, anche se trascinati dall’onda inarrestabile di, una vita iperattiva e ricca di contenuti, positivi e negativi, non dobbiamo perdere di vista un obiettivo fondamentale: la tutela del bene comune. E CONFASSOCIAZIONI, con le sue 356 associazioni professionali in rappresentanza di quasi 700mila professionisti e oltre 130mila imprese, rappresenta un microcosmo che vuole rispondere come da suo DNA da azionista del sistema. E’ per questo che, per dare seguito a questa importante domanda, ha dato vita ad una branch dedicata fatta di professionisti competenti e orientati ad investire la propria professionalità per costruire un futuro migliore”.

 

“CONFASSOCIAZIONI Ambiente – ha concluso il Presidente della branch, Antonio PERSICI – ha già costruito e vuole ulteriormente sviluppare una piattaforma di professionisti, imprese e persone delle Istituzioni eccellenti che, cooperando in modo efficace, possono lavorare insieme per sostenere questo progetto. Per salvare l’uomo bisogna salvare il Pianeta e auspichiamo che il nostro impegno possa contribuire a “dare una mano” per fare la differenza”.

 

#confassociazioni #laretedellereti #confassociazioniambiente

 

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Salute

Colomba di Pasqua: quali scegliere e quali evitare

Pubblicato

4 settimane fa

il

30 marzo 2018

Di

Luigi Gabriele

Ci sono alcune caratteristiche che è bene conoscere per evitare di acquistare un prodotto non in linea con le nostre aspettative…

 

Dopo la nostra piccola guida alla scelta dell’uovo di Pasqua perfetto, oggi ci dedichiamo ad un altro dolce simbolo di queste festività, ovvero la colomba. Stiamo parlando di un dolce amato da milioni di italiani, reso unico dalla glassatura alle mandorle e da una forma semplicemente inconfondibile. Detto ciò non tutte le colombe sono uguali: proviamo a scoprire insieme come e perché.

Iniziamo facendo chiarezza sugli ingredienti fondamentali per fare una colomba di Pasqua: innanzitutto sono necessarie la presenza di zucchero, farina di frumento ed ovviamente scorze di agrumi canditi (percentuale minima: 15%). Una colomba di qualità è inoltre realizzata con burro (percentuale minima: 16%) e quindi non con margarina, con uova fresche (minimo 4%) e quindi non con uova pastorizzate, con lievito madre e quindi non con lievito sintetico.

Le percentuali di cui sopra non sono un puntiglio, ma sono effettivamente necessarie affinché si possa parlare di colomba, come ben evidenziato da un decreto del 22 luglio 2005: in caso contrario, ci troviamo di fronte ad un dolce magari squisito, ma che semplicemente non può essere chiamato “colomba di Pasqua”.

Ovviamente anche in caso di rispetto degli ingredienti esistono ulteriori criteri per scegliere una colomba di qualità: uno su tutti il prezzo che, come è facile immaginare, lievita in caso di materie prime di qualità. Non a caso le colombe artigianali hanno un prezzo medio di 20 euro al chilo, mentre quelle commerciali di circa 5 euro al chilo.

Detto ciò, come già suggerito parlando di uova di Pasqua, anche in questo caso il suggerimento che diamo ai cittadini è di informarsi al meglio prima di acquistare una colomba e il modo migliore per farlo consiste semplicemente nel leggere l’etichetta. Basta infatti darle un’occhiata per scoprire se il prodotto in questione presenta additivi (quali ad esempio aromi o conservanti) e se è fornito di una certificazione di assenza di ogm.

Dopodiché sta solo a voi e al vostro palato valutare se la colomba acquistata soddisfa o meno le vostre aspettative. Noi dell’Associazione CODICI ci limitiamo unicamente a ricordarvi che, qualora vi trovaste davanti a prodotti scadenti o addirittura sospetti, potete contattarci e segnalarci il vostro disappunto. Combattiamo da anni per tutelare i consumatori a 360° ed il nostro impegno nel settore alimentare è premiato dalla presenza costante del nostro responsabile affari istituzionali Luigi Gabriele all’interno della trasmissione “Mi Manda Rai Tre”. Potete contattare l’Associazione CODICIinviando una mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org, oppure telefonando al numero 065571996.

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Salute

Sicurezza alimentari, attenzione a questi prodotti distribuiti in Italia

Pubblicato

1 mese fa

il

26 marzo 2018

Di

Luigi Gabriele

Sicurezza alimentare. Nuove segnalazioni su prodotti distribuiti in Italia

Secondo quanto riportato dal RASFF sono state rinvenute tracce di plastica all’interno di burger vegani, ma non solo…

 

Ogni settimana il Sistema Rapido di Allerta Europeo per Alimenti e Mangimi (anche noto come RASFF), invia segnalazioni relative a prodotti immessi nel mercato e non conformi ad una o più normative vigenti. Stessa cosa fa il Ministero della Salute italiano.

Le ultime segnalazioni in ordine cronologico riguardano anche prodotti distribuiti in Italia e sono relative soprattutto a presenza di ingredienti non dichiarata: si va dalla presenza di soia in farina di grano a quella di senape in patatine cotte in forno.

Si tratta di casi che non possono fare piacere al consumatore ma che, detto fuori dai denti, sembrano sicuramente meno gravi rispetto a quelli che, nelle ultime settimane, hanno caratterizzato altri mercati europei e non: a tal proposito si consideri che in Perù sono state rinvenute tracce di pesticidi nell’uva da tavola e che in Belgio sono stato trovati frammenti di plastica all’interno di burger vegani biologici (in questo caso la materia prima proveniva dalla Francia).

Esistono poi anche delle segnalazioni informative che non implicano necessariamente un intervento urgente (quale, ad esempio, la rimozione del prodotto in questione dal mercato): da questo punto di vista il RASFF ha segnalato alcuni prodotti distribuiti in Italia, provenienti principalmente dal Regno Unito, caratterizzati da etichettatura errata e/o insufficiente.

Inutile dire che anche la svista apparentemente più veniale può provocare danni enormi: basti pensare alle allergie e a quanto sia potenzialmente pericoloso ingerire anche minime quantità di ingredienti non segnalati all’interno di prodotti.

Noi dell’Associazione CODICI non possiamo fare altro che riportare queste notizie, invitare il consumatore a prestare la massima attenzione a quello che compra (leggete sempre le etichette) e, soprattutto, a segnalare eventuali prodotti sospetti. Il numero di telefono del nostro sportello legale è lo 065571996, mentre l’indirizzo mail è segreteria.sportello@codici.org.

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