Nuove mosse politiche e l'ombra degli albergatori: due emendamenti minacciano la sopravvivenza degli affitti brevi.
Roma – Mentre l’Italia si appresta a celebrare gli ottimi risultati raggiunti dal settore turistico, un’ombra si allunga sul comparto degli affitti brevi. Sembra fantascienza, ma parallelamente al plauso per i traguardi raggiunti, gli albergatori avrebbero rinnovato il loro presunto “mandato” alla politica, con l’obiettivo di colpire duramente il segmento della locazione turistica breve.
La questione è incentrata su un emendamento che, a quanto si apprende, sarebbe stato depositato e che prevede due misure che, se approvate, renderebbero quasi impossibile la sostenibilità economica di questa attività. Il ministero competente, infatti, vorrebbe introdurre una tassa sulle prenotazioni andate a buon fine su piattaforme digitali, pari al 10% dell’importo transato. Inoltre, si punta a introdurre una soglia massima di 5 giorni consecutivi per le prenotazioni negli esercizi di locazione breve.
Come è facile immaginare, l’introduzione congiunta di queste due misure comprometterebbe gravemente la sostenibilità e l’esercizio delle attività di affitto breve. Ancora una volta, come già osservato in altri settori, si tratterebbe di interventi politici dettati unicamente dagli interessi di alcuni portatori di interesse specifici. In questo caso, gli albergatori, che da tempo non tollerano la concorrenza interna al settore dell’accoglienza e del turismo.
È doveroso rammentare alla classe politica alcuni numeri, fondamentali per una seria riflessione, soprattutto in termini di consenso elettorale. L’Italia conta oltre 32.000 strutture del settore alberghiero, il che la rende il più grande mercato europeo in termini di offerta turistica. Le attività di alloggio complessive superano le 64.000 unità. Tuttavia, per quanto riguarda gli affitti brevi, i numeri sono in forte crescita: secondo le stime Aigab, in Italia si contano circa 692.000 affitti brevi, con quasi mezzo milione presenti sulle piattaforme online (dati a gennaio 2025). Al 14 marzo 2025, i Codici Identificativi Nazionali (CIN) rilasciati erano 519.000. Il settore, purtroppo, è attualmente in una fase di contrazione in molti capoluoghi.
Eppure, l’impatto elettorale è netto. I gestori e i proprietari attivi nel settore degli affitti brevi muovono all’incirca 1,5 milioni di voti, una platea elettorale decisamente più ampia rispetto ai circa 150.000 stimati tra gli albergatori in quanto tali. La politica è invitata a fare i propri conti.