Perché le CER salveranno il Mercato dell’Energia
Da oltre 25 anni il mercato dell’energia Gas& Power, è formalmente liberalizzato; pertanto, concorrenza e trasparenza dovrebbero tutelare famiglie e imprese.
Tuttavia, anche nell’ultima Relazione dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), i dati evidenziano una forte concentrazione nella produzione di energia elettrica da parte dei principali venditori, nonostante il DL CACER abbia significativamente accelerato la crescita diffusa dei piccoli produttori.
Nel 2021 infatti, Enel si confermava ancora il principale produttore di elettricità in Italia, staccando tutti con una quota del 37,5%, mentre ENI e EDISON godevano di un secondo posto con il 4,5% e A2A veniva segnalato come “operatore rilevante”.
Anche il Mercato Libero del Gas Naturale presenta dinamiche simili a quello elettrico, con una forte concentrazione in pochi grandi produttori e specificità legate all’importazione. Tra il 2021 e il 2023, i principali operatori che influenzano prezzi e volumi sono Eni, Edison ed Enel. Eni è il primo produttore nazionale con una quota del 18,4% e oltre 10 miliardi di metri cubi venduti, coprendo anche il 30,9% delle importazioni. Edison detiene il 13,5% del mercato con circa 7,5 miliardi di metri cubi venduti, mentre Enel, focalizzata sul cliente finale, ha l’11,8% con 6,5 miliardi di metri cubi venduti. Insieme controllano il 43,7% del mercato italiano del gas.
Tutto ciò accadeva e accade, malgrado sia in vigore il principio dell’unbundling (separazione contabile tra produzione, trasmissione, distribuzione e vendita), introdotto gradualmente a partire dagli anni ’90, come cardine della liberalizzazione dei mercati energetici europei.
A confermare l’anomalia del mercato, oltre ai dati ARERA, ci sono anche le sentenze AGCM – Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust), tra queste, l’ultima è stata pubblicata nei giorni scorsi:
Enel: sanzione Antitrust da 2,3 mln a Enel X per abuso posizione dominante – Borsa Italiana.
Il quadro definitivo che emerge per il nostro Mercato è che il nostro sistema, sempre più affamato di finanza, risulta oggettivamente ancora troppo sbilanciato. Pochi grandi operatori, grazie alle maggiori capacità finanziarie e controllo della produzione, del trasporto e della distribuzione, riescono di fatto a influenzare il prezzo all’ingrosso per effetto dei meccanismi spot (offerte giornaliere) e del costo del gas naturale, fortemente condizionato dalla geopolitica. Ormai sono lontani i tempi in cui la grande finanza operava in modo diverso nel settore e la produzione di energia nelle centrali termoelettriche era regolata da contratti ultradecennali con prezzi fissi sotto i 14 cent€/Sm3, trasporto incluso.
Il risultato è un conto salato per i Consumatori: nonostante ARERA registri negli ultimi due anni una maggiore maturità e propensione al cambio di fornitore, essi continuano a pagare l’energia a tariffe spesso superiori alla media europea poichè l’aumento dello switching si rivela infatti solo un semplice effetto del telemarketing aggressivo, sempre più spesso adoperato da venditori senza scrupoli come già discusso nell’articolo di Consumerismo Sanzioni operatori, Telemarketing sta diventando una piaga sociale.
Così, in una sintesi estrema, possiamo dichiarare che la concentrazione produttiva, la dipendenza dal gas e l’impennata dei costi finanziari comprimono la concorrenza limitando fortemente la presenza di offerte davvero competitive per i Consumatori italiani.
In questo scenario di limitazioni e difficoltà, vediamo perché le offerte promuovano più confusione che convenienza. La mancanza di una reale competizione nella produzione genera prezzi all’ingrosso molto simili tra loro che il cosiddetto “marketing creativo” riesce ben a camuffare proprio con l’uso di pratiche ingannevoli: spread che sembrano scomparire per poi essere distribuiti su altre voci variabili; prezzi fissi che si rivelano in realtà variabili e presunti risparmi che derivano solo da un calo dei prezzi di mercato, piuttosto che da una reale efficienza organizzativa del venditore.
Le due criticità strutturali che in definitiva colpiscono il Consumatore sono:
L’effetto finale di questo mix per il Mercato è la crescente diffidenza e frustrazione dei Consumatori, sempre più impegnati a presentare reclami e segnalazioni come evidenziato anche dalle varie Associazioni di Consumatori.
Secondo ARERA, infatti, solo negli ultimi 10 anni i reclami relativi alle forniture energetiche hanno mostrato un andamento estremamente altalenante e strettamente legato sia all’evoluzione normativa che alle crisi energetiche degli ultimi anni.
Analisi trend reclami
Nel 2023-2024 il settore elettrico ha inoltre registrato annualmente da 300-500 mila reclami circa (con un complessivo +25% da un anno all’altro), proporzionati alle quote di mercato degli operatori e sintomo di un diffuso comportamento opportunistico (spesso illecito).
Il costo delle sanzioni ARERA comminate agli operatori responsabili di tali distorsioni, sono di qualche decina di milioni di euro annui, e purtroppo evidenziano quanto sia diffusa la mancanza di conformità normativa nel settore.
Tale mancanza di conformità, se molto spesso è frutto di scarsa competenza e organizzazione inadeguata, in altri casi è invece solo conseguenza di un preciso disegno criminale rivolto sia verso i Consumatori (Bollette luce e gas: 4 milioni di italiani vittime di truffa, danni economici per 1,2 miliardi di euro – Il Sole 24 ORE) che verso altri Operatori (mancati pagamenti per le forniture) e lo Stato (evasione fiscale, frode, bancarotta e – come da alcune indiscrezioni della GdF – riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. In questa gara di “scorrettezze” costituiscono un caso a parte, le “termiti aziendali” ovvero dipendenti infedeli che arrotondano i propri già lauti stipendi, favorendo i rapporti commerciali tra la propria azienda e agenzie commerciali incentivate ad una produzione “esplosiva” dalle condizioni straordinarie di ingaggio e premialità.
L’effetto inevitabile di questo modus operandi è che, se i costi non trovano copertura negli oneri di sistema — che destinano il 90 % alle energie rinnovabili e il 10 % a famiglie a basso reddito e imprese ad alta intensità energetica — si trasformano in disservizi per tutti i cittadini.
Mai come in questi ultimi anni, si è sentita la necessità di una riforma profonda del mercato energetico, basata su un commercio libero, una produzione regolamentata, sostenibile ed etica, con sanzioni certe e adeguate alle bande di truffatori.
Risulta a questo punto chiaro perché le CACER (Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione dell’Energia Rinnovabile), in particolare le Comunità Energetiche Rinnovabili, emergono come leve strategiche per affiancare e gradualmente sostituire i tradizionali operatori, accelerando una transizione verso un sistema più sicuro per tutti, resiliente e partecipativo.
La necessità di affiancare a questo modello importanti innovazioni tecnologiche (ad esempio, come imparato dal Blackout iberico del 28 aprile, ecco la lezione da imparare) può inoltre contribuire a realizzare rapidamente una serie di contromisure più ampie e utili, non solo per integrare meglio questo tipo di produzione nel nostro sistema elettrico, ma anche per potenziare i sistemi di vigilanza e controllo del Mercato, già esistenti.
Il Piano evolutivo del mercato quindi dovrebbe basarsi su:
La libertà di scelta non deve restare un’illusione sopraffatta da offerte ingannevoli e clausole complicate.
Grazie alle nuove tecnologie, possiamo non solo aumentare la quota di energia diffusa e facilitare l’integrazione delle rinnovabili nel sistema elettrico, ma anche potenziare la vigilanza con controlli rigorosi e sanzioni certe. L’energia – bene primario per famiglie e industrie – può e deve tornare a essere un diritto accessibile a tutti i Consumatori italiani.
Consumerismo.it continuerà a monitorare, denunciare e proporre soluzioni affinché il mercato energetico diventi finalmente giusto e trasparente.