Un viaggio tra bellezza e sovraccarico: l’impatto del turismo di massa in italia e la sfida di un equilibrio sostenibile tra economia, ambiente e autenticità.
Ogni anno milioni di italiani si mettono in viaggio, spesso scegliendo mete iconiche come Roma, Firenze, Venezia o le Cinque Terre. Ma c’è un dato che deve far riflettere: l’80% dei viaggi si concentra nel 10% delle destinazioni. Perché succede? E, soprattutto, a quale costo economico, ambientale e sociale?
La Segretaria Generale di Consumerismo Barbara Molinario ne ha parlato ad Agorà su Rai3 con Giulia Di Stefano, Fulvio Abbate, Massimiliano Lenzi, Vincenzo Pepe, Margherita Basso e Marco Carrara.
È innegabile che oggi la scelta della meta turistica passi dallo smartphone. Le città d’arte, i laghi da sogno, le spiagge perfette al tramonto: tutto è già stato visto, condiviso, consigliato. Ma dietro questa apparente libertà di scelta si nasconde un meccanismo ben più profondo.
A guidare i flussi turistici non sono più i cataloghi delle agenzie, ma gli influencer. È successo, per esempio, a Roccaraso, tranquilla località sciistica abruzzese invasa in un solo giorno da 10.000 persone, dopo un video virale pubblicato su TikTok da Rita De Crescenzo (1,7 milioni di follower).
George Clooney, acquistando Villa Oleandra sul Lago di Como, ha trasformato una località già affascinante in un simbolo internazionale di lusso e glamour. Il suo gesto ha acceso i riflettori sul territorio, attirando star, influencer e turismo, contribuendo in modo decisivo alla fama globale del lago. Il Lago di Como, con 4,8 milioni di pernottamenti nel 2023, è diventato una tappa fissa per i creator internazionali: il risultato è un sovraccarico infrastrutturale che mette a rischio l’equilibrio del territorio; la pressione turistica ha cominciato a farsi sentire, tra traffico, affitti alle stelle e perdita di autenticità nei borghi rivieraschi.
“White Lotus 2”, girato in Sicilia (Taormina), ha fatto aumentare del 70% le ricerche di soggiorni nella regione nei mesi successivi alla messa in onda.
C’è poi l’effetto “reputazione”: chi è già stato in una meta famosa la racconta, la celebra, la raccomanda. È un turismo “follow-the-crowd”, dove l’affollamento è conseguenza diretta del marketing e della visibilità social. Intanto, i territori meno noti, magari autentici e sostenibili, restano fuori dai circuiti.
Negli ultimi anni molte città italiane hanno iniziato a introdurre misure restrittive per contenere i flussi turistici. Venezia ha aperto la strada nel 2024, con un ticket di ingresso giornaliero di 5 euro nei giorni “clou”, portato poi a 10 euro per le prenotazioni last minute e applicato in 54 giorni all’anno. Nei primi mesi l’incasso ha superato i 2 milioni di euro, ma senza un effettivo calo delle presenze.
Altre località, come Villasimius o Stintino, hanno scelto una gestione più soft delle spiagge: prenotazioni online, numero chiuso, tariffe tra 1 e 10 euro. A Sirmione, invece, sono stati introdotti i “tutor urbani”, operatori che aiutano i turisti a rispettare i luoghi e a gestire i flussi, senza ricorrere a misure drastiche.
Al Lago di Braies, l’accesso delle auto avverrà solo su prenotazione e pagamento online fino al 10 settembre per limitare l’over tourism e proteggere l’ambiente. Le tariffe giornaliere possono variare da 18 a 40 euro, a seconda della distanza dal lago e della presenza di un voucher di 20 euro da spendere in zona per attività e ristorazione convenzionate.
Il problema resta complesso. Il turismo è un asset strategico per l’Italia: nel 2023 ha generato oltre 62 miliardi di euro di spesa e rappresenta fino al 15% del PIL nazionale. Misure troppo rigide rischiano di compromettere l’economia dei territori che vivono di turismo. Ma ignorare il problema vuol dire lasciare che la pressione cresca fino a diventare insostenibile.
La soluzione sta in un approccio calibrato: biglietti temporanei, limiti selettivi, promozione di mete alternative, mediazione tra residenti e operatori, per conciliare crescita economica e vivibilità.
Non c’è solo l’impatto sociale. Il turismo di massa incide direttamente sull’ambiente e sulla gestione urbana. Le città storiche sostengono costi ingenti per pulizia, raccolta rifiuti, manutenzione di strade e trasporti pubblici. A Venezia si calcolano circa 4,7 euro di costo per ogni turista al giorno, 3–4 euro nelle altre città d’arte, 2–3 euro nelle località balneari.
Le aree naturali non sono messe meglio: I sentieri delle Cinque Terre subiscono continue erosioni. Le navi da crociera contribuiscono all’inquinamento della laguna veneziana. Il traffico aereo low-cost alimenta emissioni di CO₂. Le ondate di calore spostano i flussi in modo disordinato, aggravando il carico sulle zone costiere e montane.
Alcune amministrazioni stanno sperimentando soluzioni innovative come tecnologie per il crowd-sensing, che monitorano in tempo reale i flussi e avvertono in caso di sovraffollamento. Semafori anti-selfie, che regolano l’accesso nei punti più fotografati. Certificazioni ambientali per strutture ricettive sostenibili, che attirano turisti più attenti e favoriscono comportamenti virtuosi.
“L’unica vera strategia di lungo periodo è redistribuire il turismo.” è questa la soluzione di Consumerismo nelle parole della Segretaria Generale Barbara Molinario “Promuovere le mete secondarie, come borghi dell’entroterra, parchi naturali, valli rurali, può alleggerire la pressione sulle grandi città e restituire valore alle aree marginali. Alcuni strumenti hanno già mostrato efficacia come i festival di turismo responsabile che diffondono itinerari sostenibili e comunitari. Ma per fare la differenza serve un piano nazionale coordinato, che fissi regole condivise, sistemi di monitoraggio, strategie fiscali, promozione integrata tra istituzioni, imprese e cittadini.”
“L’overtourism non è un fenomeno da reprimere, ma da governare.” Commenta il Presidente di Consumerismo Luigi Gabriele “Non possiamo chiudere le porte al turismo, ma dobbiamo aprire la strada a un modo diverso di viaggiare: più consapevole, più rispettoso, più equo. Il vero lusso del futuro sarà poter visitare un luogo senza calca, vivere un’esperienza autentica, rispettare chi quel luogo lo abita ogni giorno. E, magari, scoprire che l’Italia più bella è proprio quella che ancora non conosciamo.”
Consumerismo promuove un turismo sostenibile, equo e accessibile. Sempre.