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Diabete, il rene bionico diventa speranza. Il CORTOMETRAGGIO

Nel 2023 è stato presentato fuori concorso il cortometraggio 'C'hai 5' presso il cinema Moderno 'The Space' di Roma, nell'ambito della rassegna di corti in finale del festival 'Tulipani di seta Nera, dove ha ricevuto una menzione speciale per far luce sul tema della dialisi, del trapianto e della ricerca scientifica sulle patologie renali e sul rene bionico. Erano presenti gli attori protagonisti Maria Grazia Cucinotta, Gabriel Garko, Andrea Roncato, Daniela Poggi, Riccardo Polizzy Carbonelli, Pino Ammendola, Pia Engleberth, gli attori di Action Academy, il regista Daniele Falleri, la produzione Vivi la Vita srl e il Presidente di www.liberituttionlus.org  Dott.sa Alessandra Cantilena.

Il cortometraggio

Il cortometraggio è ispirato ad una storia vera e racconta la vita di una ragazza di 16 anni costretta a rinunciare ai propri sogni per dover iniziare la dialisi, che le laverà il sangue dal momento che i suoi reni non funzionano più. Sandra ricomincerà a vivere quando riceverà ul dono speciale di un rene che le consentirà di tornare a volare libera e lotterà affinché finalmente il progresso scientifico renale sia in grado di liberare tutti i pazienti dalla schiavitù della macchina di dialisi, grazie al sogno di un rene bionico. Il corto ha avuto enorme successo raccogliendo molti premi nei festival di tutta la Penisola. Miglior corto al Festival del Cinema di Cefalù, Miglior corto al Festival di Sezze e ha vinto il Premio donatori e trapiantati a Lenola, Premio Festival di Salerno, Premio Speciale al Festival del Cinema di Milazzo, Premio al Croffi.

La dialisi

La dialisi è una macchina che da 50 anni salva le persone da morte certa quando i reni cessano di funzionare, al prezzo di lunghe sedute di quattro ore l’una per tre volte a settimana, per tutta la vita. Non esiste vacanza, Natale, Pasqua, lavoro, febbre, eventi particolari o viaggi – quando si riesce a trovare un centro… – senza la dialisi. Non si può mai interrompere la dialisi e i sacrifici sono tanti. Si impone la rinuncia a bere acqua perché la funzione urinaria è assente. Si ha sempre tanta sete perché il corpo è intossicato ma non è concesso bere acqua.  Si deve seguire una dieta ferrea che escluda frutta, latticini, cioccolata, verdura, legumi perché il corpo è intossicato e non espelle sostanze pericolose come il potassio contenuto nei cibi che costituisce estremo pericolo per il cuore. Le ore sui letti sono lente e togliere i liquidi in eccesso accumulati ogni giorno espone il paziente ad uno sforzo estenuante per il fisico, che è debilitato, stanco e fragile.
Ogni anno 50.000 persone finiscono in dialisi a causa di ipertensione, diabete, infezioni, malattie degenerative del rene. Ancora non esistono cure che fermino la progressione delle patologie nefrologiche in modo da evitare il calvario della dialisi, a parte il trapianto. Il trapianto di rene ha lunghe liste di attesa e severe restrizioni, con obbligo di prendere immunosoppressori antirigetto per tutta la vita con pesanti effetti collaterali. Il rene bionico, che in America è in fase di studio da William Fissel e Shuvo Roy, costituirebbe un sogno di libertà dalla sofferenza per bambini, ragazzi, mamme, papà e anziani che aspettano e muoiono.
Il corto mette in luce l’assoluta urgenza che qualcosa cambi finalmente nella vita di tanti che non ce la fanno più, che soffrono la sete, un bicchiere di acqua, una boccata d’aria, la fine della paura di morire. Da cinquant’ anni la dialisi non è mai cambiata e costituisce l’incubo per tanta gente.

La speranza del rene bionico

Il rene bionico è un dispositivo presentato a Torino recentemente ma che ancora non è stato ultimato e chissà quando lo sarà. Per adesso la nuova frontiera è lo xenotrapianto, il trapianto di rene da suino, che è al terzo caso in Usa e avrebbe lo scopo di svuotare un giorno chissà, i centri dialisi. Ma lo xenotrapianto non escluderebbe il carico di medicine. Un centro dialisi è uno stanzone – spesso lontano dall’abitazione del paziente, che deve recarcisi sempre, anche sotto le intemperie, fino alla fine della sua vita – con i letti bilancia e i bip continui della macchine, scanditi spesso da cali di pressione dei pazienti, tristi malumori e dolorose punture di incannulamento – ogni volta si introducono due grossi aghi nel braccio del paziente in una grossa vena artificialmente resa arteria, detta fistola arterovenosa. Nel corto alcune riprese sono state effettuate all’interno di un vero centro dialisi nei pressi di Roma.
Aiutateci a tornare a volare liberi. Basta dialisi e trapianti di rene, basta paura. Aiutateci per favore, chiediamo progresso, rene bionico, libertà, vita anche per noi.
Redazione

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