Se sei cliente Vodafone (anche da diversi anni) e per motivi personali smetti di usare il telefono per qualche mese, potresti scoprire quanto sia difficile ottenere supporto in caso di disservizi o morosità.
Lo racconta un consumatore che ha scritto alla nostra redazione, il quale ha vissuto sulla propria pelle un vero e proprio calvario per ripristinare la propria utenza disattivata dopo alcune fatture insolute.
Il protagonista è un cliente puntuale da oltre 16 anni, con abbonamento privato Vodafone, che a causa di problemi di salute ha sospeso per alcuni mesi l’utilizzo del proprio numero. Questo ha generato una morosità di circa 500 euro e la conseguente disattivazione della SIM.
Fin qui, tutto previsto dai contratti. Ma è il tentativo di risolvere il problema a far emergere le criticità di un sistema di assistenza inefficiente e poco accessibile, soprattutto per chi si trova già in difficoltà.
Il nostro utente ha documentato 73 chiamate in una settimana, con l’invio di 6 PEC. Ma ogni volta l’iter sembrava ripartire da capo: gli operatori faticano a leggere i numeri di segnalazione precedenti, non c’è tracciabilità interna e i reparti non comunicano tra loro.
Tra i consigli pratici che emergono:
Anche rivolgersi ai centri fisici non ha aiutato: ben tre centri Vodafone visitati, tutti preparati per pratiche ordinarie, ma impreparati ad affrontare casi complessi come questo.
Questa vicenda è solo un esempio di come le aziende di telecomunicazioni, nonostante gli investimenti in digitalizzazione e AI, abbiano ancora grandi carenze nei servizi post-vendita.
Un cliente fedele da 16 anni non dovrebbe ritrovarsi a combattere contro un muro di gomma, quando chiede solo di saldare il dovuto e riattivare il servizio.
Invitiamo Vodafone a migliorare l’accessibilità al proprio servizio clienti, in particolare per chi ha numeri disattivati o si trova in situazioni critiche.
Noi di Consumerismo restiamo a disposizione di tutti gli utenti che si trovano in difficoltà con il proprio gestore telefonico.