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Quando l’assistenza clienti diventa un percorso a ostacoli: il caso Vodafone

Se sei cliente Vodafone (anche da diversi anni) e per motivi personali smetti di usare il telefono per qualche mese, potresti scoprire quanto sia difficile ottenere supporto in caso di disservizi o morosità.

Lo racconta un consumatore che ha scritto alla nostra redazione, il quale ha vissuto sulla propria pelle un vero e proprio calvario per ripristinare la propria utenza disattivata dopo alcune fatture insolute.

Una storia (forse non così rara)

Il protagonista è un cliente puntuale da oltre 16 anni, con abbonamento privato , che a causa di problemi di salute ha sospeso per alcuni mesi l’utilizzo del proprio numero. Questo ha generato una morosità di circa 500 euro e la conseguente disattivazione della SIM.

Fin qui, tutto previsto dai contratti. Ma è il tentativo di risolvere il problema a far emergere le criticità di un sistema di assistenza inefficiente e poco accessibile, soprattutto per chi si trova già in difficoltà.

Quando il numero è cessato, l’assistenza diventa un miraggio

  • Non è possibile contattare il 190 dal numero disattivato, e accedere al servizio clienti con un numero diverso diventa un’impresa.
  • Dopo numerosi tentativi, Vodafone fornisce un numero alternativo da chiamare con un altro operatore, ma la navigazione nel labirinto automatico è snervante: bisogna evitare di digitare il numero cessato, attendere almeno tre errori, e solo dopo si può accedere a un operatore umano.
  • E se siete fortunati, verrete messi in contatto con un call center italiano. Altrimenti, si viene dirottati all’estero, dove – secondo il racconto – spesso non comprendono il problema o lo trasferiscono ad altri colleghi, senza soluzione.

73 telefonate, 6 PEC, e ancora tutto fermo

Il nostro utente ha documentato 73 chiamate in una settimana, con l’invio di 6 PEC. Ma ogni volta l’iter sembrava ripartire da capo: gli operatori faticano a leggere i numeri di segnalazione precedenti, non c’è tracciabilità interna e i reparti non comunicano tra loro.

Tra i consigli pratici che emergono:

  • Indicare sempre i numeri esatti delle fatture nel pagamento per velocizzare la registrazione da parte del reparto crediti.
  • Chiedere il tracking della SIM sostitutiva via SMS, se viene avviata una procedura di ripristino.
  • Evitare di aprire più segnalazioni in contemporanea, per non generare confusione ulteriore.
  • Utilizzare una carta di credito come strumento di pagamento automatico, per evitare che disservizi o ritardi comportino la disattivazione della linea.

Centri Vodafone: utili, ma limitati

Anche rivolgersi ai centri fisici non ha aiutato: ben tre centri Vodafone visitati, tutti preparati per pratiche ordinarie, ma impreparati ad affrontare casi complessi come questo.

Il nostro commento

Questa vicenda è solo un esempio di come le aziende di telecomunicazioni, nonostante gli investimenti in digitalizzazione e AI, abbiano ancora grandi carenze nei servizi post-vendita.

Un cliente fedele da 16 anni non dovrebbe ritrovarsi a combattere contro un muro di gomma, quando chiede solo di saldare il dovuto e riattivare il servizio.

Invitiamo Vodafone a migliorare l’accessibilità al proprio servizio clienti, in particolare per chi ha numeri disattivati o si trova in situazioni critiche.

Noi di restiamo a disposizione di tutti gli utenti che si trovano in difficoltà con il proprio gestore telefonico.

Giovanni Riccobono

Da oltre 10 anni impegnato nel settore energetico ha deciso di specializzare la sua figura nella tutela energetica ovvero nel garantire diritti e doveri dei consumatori nel mondo delle utility luce e gas. Le sue competenze nel settore energetico sono certificate dalla norma UNI 11782:2020 di Utility Manager. Blogger e divulgatore energetico è autore di 3 libri per tutela energetica dei consumatori. Ha preso parte inoltre a diverse iniziative per aumentare l’informazione e la consapevolezza dei consumatori di energia elettrica e gas. È un conciliatore esperto nelle controversie energetiche: nel triennio 2019-2022 ha gestito oltre 2000 reclami, recuperando oltre 300.000€ a favore dei consumatori nelle controversie energetiche.
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