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L’arte del sapere far la spesa: tra inflazione, prodotti d’importazione, marketing fuorviante ed etichette

Non possiamo mai abbassare la guardia, neanche al supermercato. C’è l’inflazione, si, ma c’è anche chi approfitta di questi tempi difficili per ingrossare il proprio portafoglio. È il caso di molte note aziende che, attraverso manovre non etiche, riescono a raggirarci, vendendoci prodotti di qualità inferiore o in quantità inferiore.

Skimpflation, shrinkfkation e greedflation: di cosa si tratta?

La Skimflation

Il Segretario Generale di Consumerismo, Barbara Molinario, ci mette in guarda dal
fenomeno della skimpflation, dal verbo inglese “to skimp” che significa “lesinare”:
“Si tratta di abbassare la qualità di un prodotto in modo da contenere i costi di
produzione. Ci rechiamo al supermercato, quindi, e compriamo i biscotti che
abbiamo sempre acquistato ed allo stesso prezzo… ma la qualità è completamente
diversa! Quando le materie prime subiscono l’inflazione, si dovrebbe alzare il costo
del prodotto finale, ma molte aziende sono restie ad alzare i prezzi per non perdere
clienti”.

La Shrinkfkation

Altre aziende, invece, ricorrono a soluzioni come le confezioni più piccole, o con più
“aria” nella scatola (per esempio, un nuovo imballaggio anche più grande del
precedente, ma con dentro meno prodotto). Questo fenomeno è chiamato
shrinkfkation e come evidenzia il Presidente di Consumerismo Luigi Gabriele “si
tratta di un trucchetto ‘svuotacarrelli’ che consente enormi guadagni alle aziende
produttrici, ma di fatto svuota le tasche dei cittadini: una prassi che inganna i
consumatori, i quali non hanno la percezione di subire un aggravio di spesa, e
svuota i carrelli anche del -30%, poiché a parità di spesa le quantità portate a casa
sono inferiori.  La riduzione delle quantità di prodotto nelle confezioni riguarda non
solo il comparto alimentare, come merendine, succhi di frutta, biscotti, ecc., ma una
moltitudine di beni per la cura della casa e l’igiene personale, dai detersivi ai
dentifrici, passando per carta igienica e shampoo. Prodotti per i quali i prezzi di
vendita rimangono inalterati nonostante le dosi e i pesi inseriti nelle confezioni
subiscano una costante diminuzione”.

La greedflation

Un altro fenomeno da cui ci mette in guardia Consumerismo è quello del
greedflation, letteralmente “inflazione da avidità”. Negli ultimi due anni, molti
marchi hanno giustificato il rialzo dei loro prezzi con l’inflazione. Parliamo di
aziende che, in realtà, non ne avevano affatto bisogno, ma che hanno sfruttato
questo frangente per aumentare i loro profitti.

Prodotti di importazione: costano meno? La qualità è la stessa?

“I prodotti di importazione hanno sempre un prezzo più alto”, spiega Barbara
Molinario, “oltre ai dazi doganali, infatti, si aggiungono i costi di trasporto. Circa la
metà di frutta e verdura importata, inoltre, finisce nella spazzatura.

Prendiamo come esempio l’avocado, uno dei cibi più di tendenza degli ultimi anni. Essendo
frutti molto delicati, durante il traporto, si rompono con facilità. Il risultato? Vengono
gettati tantissimi avocado e la domanda è così alta che nei paesi del sud America
sono nate coltivazioni intensive che hanno letteralmente distrutto l’ecosistema”. Da
questo possiamo facilmente dedurre che acquistare cibi importati non è sostenibile
ed è anche piuttosto dispendioso.

 

Barbara Molinario

Giornalista, direttrice del giornale Fashion News Magazine, collabora da oltre venti anni con diverse testate giornalistiche. Esperta di costume e moda. Docente di comunicazione, ufficio stampa, pubbliche relazioni, organizzazione eventi. Speaker radiofonica su RID 96.8 FM. Come presidente dell’Associazione no profit Road to green 2020, dal 2016 ogni anno organizza il Forum internazionale “La città del futuro” dedicato alla promozione della sostenibilità ambientale, con il sostegno del Ministero della Transizione Ecologica, tante istituzioni e realtà private attive nel mondo dell’ecologia. Mecenate appassionata di arte e cultura, promuove e favorisce le belle arti, dal 2017 dà voce e spazio a creativi attraverso il contest #roadtogreen sostenendo concretamente artisti, designer, ricercatori, studiosi, letterati. Attivista contro la violenza di genere in ogni forma, tramite il progetto Road to pink dà voce alle donne. Amministratore della società di eventi e ufficio stampa DBG Management & Consulting, è tra i soci fondatori del Convention Bureau Roma e Lazio, per anni ha militato in Confindustria. Tra le pubblicazioni ed i videocorsi: “Combattere il cyberbullismo. Riconoscere le Fake News. Gestire gli haters.”; “Zero, il libretto interattivo contro lo spreco del cibo”; “Racconto di una vita da Corsaro. Pier Paolo Pasolini.”; “Riciclare è un’arte”; “Sostenibilità nell’industria della moda, tra nuovi trend, falsi miti”.
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