
L’italia si conferma una delle nazioni con la maggiore incidenza di calvizie maschile in Europa, un fattore che alimenta un crescente fenomeno di turismo medico verso mete estere, in primis la Turchia. Si stima che l’alopecia colpisca quasi quattro uomini su dieci sul territorio nazionale, coinvolgendo circa otto milioni di italiani. La soluzione chirurgica più ricercata è il trapianto di capelli, i cui costi e rischi variano drasticamente a seconda della meta scelta.
I rimedi: dalle cure farmacologiche al trapianto
I rimedi alla caduta dei capelli vanno dai trattamenti non chirurgici, come la finasteride e il minoxidil, all’utilizzo di terapie rigenerative come il prp (plasma ricco di piastrine). Tuttavia, il trapianto di capelli, che prevede l’innesto di follicoli dall’area donatrice (nuca), resta l’unica soluzione definitiva per coprire le aree calve. Le tecniche più utilizzate sono la fue (follicular unit extraction) e la dhi (direct hair implantation).
La convenienza del pacchetto all-inclusive e i costi
Il divario economico è il principale motore del turismo estetico. Se in italia un trapianto di capelli può costare tra i quattromila e i diecimila euro, in turchia i prezzi crollano a una fascia compresa tra i milleottocento e i tremilacinquecento euro. Questi costi contenuti sono spesso proposti in pacchetti all-inclusive, che coprono l’intervento, i trasferimenti e il soggiorno. Altre mete come la spagna e la croaziaoffrono prezzi intermedi.
I rischi: sicurezza clinica e problemi contrattuali
L’attrattiva del low cost nasconde seri rischi clinici e contrattuali. L’international society of hair restoration surgery (ishrs) ha lanciato più volte l’allarme sulla qualità del servizio in molte cliniche estere:
« Molti pazienti si sottopongono a interventi eseguiti da personale non medico o non qualificato, talvolta senza la presenza di un anestesista, aumentando il rischio di infezioni, cicatrici permanenti o necrosi cutanea ».
Inoltre, i pazienti affrontano notevoli problemi di tutela legale. In caso di errore medico o risultato insoddisfacente, intentare una causa nel Paese in cui è stata eseguita l’operazione è un percorso lungo e costoso. Il consumatore perde le tutele del codice del consumo italianoe si ritrova spesso senza assistenza legale o un follow-up adeguato una volta rientrato in italia. È cruciale verificare l’identità e la qualifica del chirurgo che eseguirà l’intervento e assicurarsi che il contratto specifichi chiaramente le garanzie sul risultato e le procedure in caso di complicazioni.