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Come denunciare un caso di ricatto pornografico su Facebook e Instagram

L'Avv.Piera Di Stefano di Consumerismo No profit spiega modalità e funzionamento del modulo di segnalazione realizzato dal Garante privacy italiano in collaborazione con FB.

Denunciare il Revenge Porn su facebook

Oggi, 8 marzo 2021, Festa della Donna, nella sezione “Revenge Porn” del sito dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, è stato reso disponibile un modulo con il quale le potenziali vittime di pornografia non consensuale, che siano maggiorenni, potranno segnalare all’Autorità la loro vicenda e così impedire la diffusione online, di contenuti a sfondo sessuale che potrebbero essere utilizzati a fini della cd. pornovendetta.

Le persone che temono che le proprie immagini intime, presenti in foto e video, vengano condivise, senza il loro consenso, su Facebook o Instagram, potranno segnalare questo rischio e ottenere che le immagini vengano bloccate dallo stesso Facebook, in modo sicuro e confidenziale.

Come funziona la segnalazione

Nel modulo, reperibile al seguente indirizzo https://www.garanteprivacy.it/revengeporn e da trasmettere compilato via e.mail a revengeporn@gpdp.it, la persona che effettua la segnalazione deve descrivere sommariamente il fatto (in modo che il Garante faccia una prima verifica sulla possibilità di attivare la procedura), inserire i propri dati anagrafici, il link al proprio profilo Facebook (se disponibile) e un indirizzo email personale.

Quest’ultimo elemento è fondamentale in quanto a tale indirizzo personale Facebook invierà un link, che potrà essere utilizzato una sola volta, sul quale il segnalante potrà caricare i contenuti che intende bloccare. Una volta caricate, le immagini verranno cifrate da Facebook tramite un codice “hash”, in modo da diventare irriconoscibili prima di essere distrutte entro sette giorni dall’invio e, attraverso una tecnologia di corrispondenza delle foto, bloccate da possibili tentativi di una loro pubblicazione sulle due piattaforme (Facebook e Instagram).

Nel modulo, inoltre, è specificato che la segnalazione può riguardare soltanto foto o video nelle quali la persona che la effettua sia riconoscibile. Quanto all’oggetto, infine, oltre a ribadire che deve trattarsi di foto o video contenenti nudità o atti sessuali che si teme possano essere diffusi su Facebook e Instagram, si precisa che tali contenuti devono essere stati realizzati in ambienti privati, riguardino un interessato maggiorenne al momento della foto o del video, siano nella disponibilità dell’interessato e non siano di bassa qualità.

Già attivo in altri paesi

Il canale di segnalazione preventiva in questione, attivato lo scorso anno in Italia, come programma pilota, da Facebook, ha visto la collaborazione di Paesi quali Stati Uniti d’America, Brasile, Canada, Pakistan, Taiwan, Regno Unito ed è stato accessibile fino ad ora in Italia solo attraverso l’Associazione no profit “Permesso Negato”, che si occupa del supporto tecnologico e legale alle vittime di Pornografia Non-Consensuale, di violenza online e attacchi di odio.

Parla l’avv.Piera Di Stefano

“Ci si augura che l’Autorità Garante Privacy possa attivare tale canale di emergenza anche con altre piattaforme social. Consumerismo No-Profit invita i consumatori ad una maggiore consapevolezza e a seguire le nostre campagne di sensibilizzazione sul tema dell’uso consapevole di internet e degli strumenti digitali, perché il primo passo fondamentale verso la tutela della nostra vita familiare, intima, professionale e sociale on line è la prevenzione.”

 

 

Piera Di Stefano

Responsabile Dipartimento Diritto Digitale di Consumerismo no profit. Appassionata dei temi giuridici più innovativi, si occupa di web reputation, crimini informatici e privacy. Con l’avv. Michele Di Somma ha creato nel 2012 T.R.ON, un servizio legale di tutela della reputazione online, e nel 2017 Avvocato del Web, una Rete di professioni e competenze che offre soluzioni legali, informatiche e di web communication alle problematiche di cittadini e aziende legate all’uso del web e, in generale, delle nuove tecnologie. È autrice di contributi e testi sul diritto digitale.
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