
Introduzione: un tesoro sommerso che protegge le nostre coste
Ogni anno, in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani (8 Giugno), l’attenzione si concentra sulla salute dei nostri mari. Quest’anno, il WWF ha acceso i riflettori su un elemento vitale ma spesso sottovalutato del Mediterraneo: la Posidonia oceanica. Non una semplice alga, ma una vera e propria pianta marina, le cui praterie sommerse sono custodi di biodiversità e veri e propri “polmoni” dei nostri fondali. Purtroppo, un recente rapporto del WWF svela una minaccia crescente e prevenibile: l’ancoraggio indiscriminato delle imbarcazioni. Ma qual è l’impatto reale e cosa possiamo fare noi, come consumatori e amanti del mare, per tutelare questo patrimonio inestimabile?
Il rapporto WWF: numeri scioccanti e un danno miliardario
Lo studio del WWF, intitolato “Safeguarding Mediterranean Seagrass Meadows from Anchoring Damage”, dipinge un quadro allarmante. Utilizzando dati avanzati del sistema di identificazione automatica (AIS), la ricerca ha mappato le pressioni dell’ancoraggio sulla Posidonia. I risultati sono impressionanti:
- Danno Esteso: Si stima che solo nel 2024, oltre 50.000 ettari di Posidonia oceanica siano stati potenzialmente colpiti dall’ancoraggio. Per dare un’idea, è come perdere l’equivalente di 70.000 campi da calcio di ecosistema marino in un solo anno.
- Perdita Economica Colossale: Questo degrado non ha solo un costo ambientale, ma anche economico. La perdita di servizi ecosistemici forniti dalla Posidonia si traduce in un danno stimato di oltre 4 miliardi di euro all’anno.
- Responsabilità delle Grandi Imbarcazioni: Il rapporto evidenzia come nel 2024 circa 179.000 imbarcazioni abbiano potenzialmente ancorato su queste praterie, con il 45% di esse di dimensioni superiori ai 24 metri. Le grandi imbarcazioni sono responsabili di quasi il 60% delle aree impattate.
Perché la Posidonia è indispensabile: un ecosistema da proteggere
Comunemente scambiata per un’alga, la Posidonia oceanica è in realtà una fanerogama marina, simile a una pianta terrestre, con radici, fusto e foglie. La sua crescita lenta e la sua straordinaria longevità (può vivere per millenni!) la rendono un ecosistema estremamente fragile e prezioso per:
- Biodiversità Marina: Le praterie di Posidonia sono vere e proprie “oasi” sommerse. Offrono rifugio, cibo e zone di riproduzione per innumerevoli specie di pesci, crostacei, molluschi e altre creature marine, contribuendo a mantenere viva la ricchezza del Mediterraneo.
- Lotta al Cambiamento Climatico: La Posidonia è una straordinaria alleata nella lotta contro il riscaldamento globale. Le sue praterie sequestrano enormi quantità di anidride carbonica, equiparabili alle emissioni annuali di 430 milioni di automobili.
- Protezione Costiera: Le foglie morte di Posidonia, che spesso si accumulano sulle spiagge formando le cosiddette “banquettes”, non sono un disturbo, ma un sistema di difesa naturale. Agiscono come barriere ammortizzanti, riducendo l’energia delle onde e proteggendo le nostre coste dall’erosione.
- Supporto alla Pesca: La salute delle praterie si riflette direttamente sulla vitalità degli stock ittici, essenziale per la pesca sostenibile e l’economia delle comunità costiere.
L’Italia, hotspot critico: la nostra Responsabilità
Purtroppo, l’Italia figura tra gli “hotspot” mediterranei per l’ancoraggio sulla Posidonia, insieme a Spagna, Turchia, Grecia e Francia. Zone come il Golfo Aranci e La Maddalena in Sardegna registrano un’incidenza particolarmente alta, soprattutto durante la stagione estiva.
Giulia Prato, responsabile Mare di WWF Italia, sottolinea la gravità della situazione: “Abbiamo una grande responsabilità nel mettere in atto tutti gli sforzi possibili di conservazione e trovare soluzioni. Proteggere questi ecosistemi tanto ricchi quanto fragili deve diventare uno sforzo congiunto tra istituzioni, cittadini e ricercatori.” I danni sono lenti a guarire: una prateria di Posidonia può impiegare anche più di cento anni per riprendersi da una singola “cicatrice” da ancoraggio.
Le proposte del WWF: verso un uso sostenibile del Mare
Il WWF presenta raccomandazioni chiare per un futuro più sostenibile dei nostri mari:
- Regolamentazione Rigorosa: Implementare divieti nazionali di ancoraggio sulle praterie di Posidonia per imbarcazioni di dimensioni superiori ai 15 metri.
- Infrastrutture Sostenibili: Espandere la rete di “eco-mooring” (boe fisse che evitano il contatto dell’ancora con il fondale) e le aree protette.
- Collaborazione Internazionale: Rafforzare la cooperazione transfrontaliera per una gestione comune e più efficace delle aree marine.
- Educazione e Consapevolezza: Investire in campagne di sensibilizzazione e formazione per i diportisti e il pubblico generale sulle pratiche di ancoraggio sostenibile e l’importanza della Posidonia.
- Restauro Ecologico: Supportare progetti di ripristino attivo e passivo degli habitat degradati, in linea con iniziative europee come la Nature Restoration Law.
Il ruolo del Consumatore e amante del mare
Come possiamo contribuire attivamente?
- Diportisti Consapevoli: Se possiedi un’imbarcazione o ne noleggi una, informati sulle aree marine protette e sui divieti di ancoraggio. Utilizza le boe di ormeggio quando disponibili e prediligi la sabbia o il fango per l’ancoraggio, evitando tassativamente i fondali rocciosi o le aree dove sai che cresce la Posidonia. Molte app di navigazione ora indicano le zone sensibili.
- Viaggiatori Responsabili: Scegli operatori turistici e strutture ricettive che dimostrano un impegno concreto per la sostenibilità marina.
- Informati e Diffondi: La conoscenza è potere. Condividi queste informazioni con amici, familiari e conoscenti, aumentando la consapevolezza sull’importanza della Posidonia.
- Sostieni la Ricerca e le Campagne: Le organizzazioni come il WWF svolgono un lavoro fondamentale. Un piccolo contributo può fare una grande differenza nel sostenere progetti di ricerca e conservazione.
- Chiedi Azione: Fai sentire la tua voce alle istituzioni, chiedendo politiche più incisive per la protezione del mare e un maggiore controllo sulle attività che lo minacciano.
Un futuro verde per il nostro nare: l’esempio del progetto WWF in Puglia
C’è speranza. Il WWF Italia, a partire da ottobre, lancerà il progetto “Insieme per il Sud Adriatico: recupero del paesaggio marino della Puglia meridionale”. Questa iniziativa si concentrerà sul ripristino attivo e passivo delle praterie di Posidonia oceanica e altri habitat chiave, dimostrando che, con un impegno congiunto, è possibile non solo prevenire ulteriori danni, ma anche invertire la rotta e far rifiorire i nostri ecosistemi marini.
Conclusione: Il Mare Nostrum, una responsabilità condivisa
La tutela della Posidonia oceanica è una missione ecologica e strategica. Il Mediterraneo è un patrimonio comune e la sua salute dipende dalle nostre scelte. Governi, diportisti, cittadini: solo unendo le forze potremo garantire un futuro più sano e prospero ai nostri mari e alle generazioni future. Agiamo ora, prima che sia troppo tardi.