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Vaccini anti Covid: Miti e Bugie

Perchè vaccinarsi è la scelta giusta per sé e per gli altri

Le epidemie nella storia

Nel corso della storia le epidemie hanno cambiato veramente il corso della dell’umanità, le malattie infettive fino a poco tempo fa sono state la prima causa di mortalità, ad esempio il vaiolo fino al XIX secolo mieteva decine e decine di migliaia di vittime ogni anno.
La grande illusione degli anni 50-60 che l’umanità avesse vinto la sua battaglia contro le malattie infettive era dovuta al fatto che in quegli anni erano stati scoperti dei vaccini molto efficaci, che gli antibiotici avevano contribuito a debellare malattie che avevano fatto milioni e milioni di morti, basti pensare alla tubercolosi, per cui avevamo una fiducia quasi illimitata nel futuro e pensavamo che le malattie infettive fossero un retaggio del passato.

Il Covid e la pandemia

Poi, purtroppo, è arrivato il Covid. Eppure sapevamo che le epidemie potevano tornare ma c’era un ottimismo, come dire non giustificato, sul fatto che si potesse affrontare tutto. Basti pensare, ad esempio, alle epidemie del secolo scorso, alla Sars del 2003, all’AIDS, i campanelli d’allarme non mancavano e purtroppo le malattie infettive non erano mai scomparse, forse era scomparsa l’idea che ci si potesse trovare di fronte ad una mortalità così elevata.
La cosa che si è verificata è che noi di fronte alla pandemia ci siamo fatti trovare completamente impreparati. Ci mancava di tutto, mancavano i guanti, le mascherine, dispositivi di protezione individuale; ci siamo accorti che non eravamo preparati per affrontare un problema sanitario così grosso e le motivazioni sono varie, l’ottimismo che nutrivamo che non potesse avvenire una nuova epidemia, la produzione di importanti dispositivi per la salute di tutti come guanti, mascherine, farmaci salvavita e occhiali era stata  spostata nei paesi dove la produzione aveva costi inferiori, paesi che hanno bloccato le esportazioni nel momento in cui si sono ritrovati anch’essi a dover fronteggiare la pandemia.
È stato difficile trovare le mascherine, trovare i farmaci salvavita, trovare tutta una serie di dispositivi che purtroppo erano necessari, i primi interventi sono stati quelli classici: distanziamento, lavaggio delle mani, mascherine, cioè quello che si faceva con l’epidemia della peste cinque secoli fa.

Le misure di sicurezza dovranno essere sempre seguite e non potranno essere eluse neanche quando ci sarà il vaccino.

Uno studioso palermitano del sedicesimo secolo Filippo Ingrassia scriveva che le uniche misure che funzionano contro la peste sono l’oro, il fuoco e la forca. L’oro rappresentava le ingenti quantità di denaro che dovevano essere spesi per mitigare le perdite economiche, il fuoco doveva servire a bruciare le proprietà degli appestati, diremmo oggi a disinfettare, la forca per punire i trasgressori che non rispettavano le regole soprattutto la quarantena, cioè il distanziamento. Per fortuna non siamo più in quel periodo ma le misure sono rimaste le stesse.
Purtroppo la ricerca sui vaccini e gli antibiotici è totalmente in mano alle multinazionali del farmaco le quali si sono completamente disinteressate alla ricerca in questo settore. Le case farmaceutiche non sono interessate alla produzione di vaccini e antibiotici perché non fanno molto fatturato, i vaccini rappresentano solo l’1,4% dell’intero fatturato dell’industria farmaceutica. L’industria farmaceutica è interessata a produrre farmaci per il trattamento delle malattie croniche ad esempio un farmaco per il colesterolo ha fatturato 150 miliardi di euro, nel periodo coperto dal brevetto, una cifra veramente spaventosa; cioè  la logica  è trattare le malattie croniche tipo diabete, ipercolesterolemia ,ipertensione, artrite, magari perché sono  malattie che uno si porta dietro tutta la vita,  non c’è nulla di male a investire sui settori della cronicità perché le industrie farmaceutiche, come tutte le industrie devono fare fatturato.

Pfizerer Biontech e Moderna: quali sono le caratteristiche di questi due vaccini?

Questi due vaccini funzionano allo stesso modo con la tecnica mRNA messaggero.
Questo vaccino è una vera rivoluzione dal punto di vista scientifico, cioè un vaccino veramente rivoluzionario il primo in assoluto perché prodotto con questa tecnica mRNA; non solo è il primo vaccino ma è il primo farmaco in assoluto prodotto con questa tecnica.
L’mRNA viene modificato inserendo al suo interno l’informazione genetica per la produzione della proteina spike e viene incapsulato in una sacca lipidica; una volta iniettato, le particelle, penetrano nella cellula e si fondono con essa rilasciando mRNA, la cellula legge la sequenza e produce la proteina spike, a questo punto il nostro sistema immunitario riconosce la proteina spike e  avviene la reazione immunitaria. E’ una tecnica rivoluzionaria, gli altri vaccini funzionano a virus attenuato o depotenziato, in maniera tale che il virus non sia più virulento o è disattivato, questi vaccini vengono iniettati e si aspetta la reazione anticorpale. Il tipo di vaccino mRNA invece non ha bisogno fisicamente del virus perché basta la sequenza genomica. In Italia, allo Spallanzani, siamo stati tra i primi al mondo a sequenziale il virus.
La tecnica mRNA può sembrare, detta in parole povere, un po’ semplicistica ma dietro questo processo ci sono anni e anni di ricerche perché non è facile costruire un RNA messaggero.
La tecnica era nata per produrre enzimi e anticorpi monoclonali utili per decine e decine di -malattie. In questo caso siamo stati fortunati perché per la produzione del vaccino sono necessarie concentrazioni molto basse di mRNA, per la costruzioni di altri farmaci ancora la tecnica non è del tutto efficace.

Un vaccino di ricerca al femminile

Quello che è avvenuto è un sogno di alcuni ricercatori che sono stati un po’ emarginati dalla comunità scientifica, è un vaccino di ricerca tutto al femminile perché dietro c’è una ricercatrice ungherese che si trasferì negli Stati Uniti,  Katalin kariko.
Un’altra ricercatrice che ha contribuito molto è stata Marilun Moore che ha scoperto come funzionava l’mRNA messaggero, perché non viene riconosciuto dal nostro sistema immunitario e viene addirittura respinto; per dirlo in parole molto semplici, è stata cambiata un nucleoside l’uridina con la  Pseudouridina per essere riconosciuta dal sistema immunitario come self.

La differenza tra i due vaccini

La differenza tra i due vaccini probabilmente, si sa ancora molto poco perché siamo veramente all’inizio, sta nell’incapsulazione,  poiché il mRNA è molto labile, molto fragile ecco perché ha bisogno di una temperatura molto bassa per essere stabilizzato, quando viene incapsulato in questa sacca di particelle di lipidi. Probabilmente Moderna incapsula meglio l’mRNA rendendolo più stabile, infatti non ha bisogno di temperature così basse come quello di Pfizer. Anche la stabilità dopo lo scongelamento dura più a lungo e sembrerebbe che l’immunità acquisita nei pazienti che hanno ricevuto il vaccino Moderna sia più massiccia e più  prolungata nel tempo.  Questo risulterebbe dai primi dati, però sono tutte cose che si andranno a verificare un po’ più in là; sicuramente la differenza macroscopica è la stabilità dei vaccini che è completamente diversa, e anche i costi, quello di Moderna costa di più.

AstraZeneca, Johnson & Johnson e altre case farmaceutiche – che novità ci dobbiamo aspettare?

AstraZeneca era il vaccino su cui l’Italia e anche l’Europa avevano puntato; noi come Italia avevamo prenotato 40 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca, tra l’altro anche di ricerca italiano perché un’azienda di Pomezia è direttamente interessata allo sviluppo di questo farmaco, un vaccino che costa poco, realizzato con una tecnologia ben rodata che è quella a vettore virale. Viene preso un virus di uno scimpanzé, su questo virus viene inserita l’informazione per la formazione della proteina spike, naturalmente il virus è ingegnerizzato per evitare che si replichi all’interno del nostro organismo, viene riconosciuto dal DNA, il quale sintetizza l’ RNA messaggero e la cellula produce la proteina spike. E’ un po’ più complesso il funzionamento rispetto al vaccino a mRNA,  ma è una tecnica abbastanza rodata con dei costi più bassi.
L’AstraZeneca ha creato un po’ di caos perché aveva comunicato che la somministrazione, fatta due volte a distanza di 4 settimane l’una dall’altra, aveva un’efficacia del 60% invece una mezza dose e poi la dose intera aveva un’efficacia del 90% , alche la comunità scientifica ha ritenuto non del tutto chiaro questo meccanismo d’azione, chiedendo su quali sottogruppi succedevano queste cose, il 60% funzionava su tutti oppure il 90% funzionava di più perché magari i soggetti erano più giovani? Dobbiamo sapere, infatti, che il sistema immunitario, come tutti i sistemi, invecchia ed è quindi un po’ meno efficiente nelle persone anziane. Sono state poste, quindi, una serie di domande a cui AstraZeneca deve rispondere. Ci auguriamo tutti che funzioni meglio con mezza dose più una dose intera, anche se non riusciamo a capire perché.
Se l’EMA approverà, entro fine mese di marzo avremo a disposizione 12 milioni di dosi,  è un vaccino che si conserva una temperatura umana diciamo 3/4 ° quindi la temperatura di un frigorifero e non congelatore ed è più facile da somministrare, perché basterà inviare le fiale ai centri spoke come per il vaccino antinfluenzale, ed il medico di base potrò farlo tranquillamente,  cioè un vaccino  molto più maneggevole. Speriamo che abbia l’efficacia dei due vaccini a mRNA che dichiarano un’efficacia al 94% anche nei soggetti anziani, come pubblicato sul New England Journal of Medicine.
Il lavoro che è stato fatto, anche se in fretta, è stato svolto con tutti i criteri della scientificità, per intenderci: lavoro in doppio cieco, fase 1, fase 2 fase 3, pubblicazioni che sono state condivise con la comunità scientifica, quindi è stato veloce ma non è stato meno accurato.
Per adesso abbiamo questi vaccini a disposizione, se uno vuole aspettare aspetti gli altri vaccini che arriveranno, costruiti con tecniche classiche, come  quello della Novavax oppure Johnson & Johnson che è costruito con la stessa tecnica del vaccino antinfluenzale.

La campagna di somministrazione di vaccini ad oggi in Italia

Sono oltre 2,5 milioni le persone vaccinate in Italia e quasi 2.900.000 il totale dei vaccini consegnati, tra le donne abbiamo quasi 1.600.000 vaccinate mentre gli uomini 940.000, la fascia d’età con più vaccinati è quella tra i 50 e 59 anni con 313.000 dosaggi (inclusa seconda dose).
Siamo tra i primi in Europa, ma il dato non è incoraggiante se si guardano le differenze a livello regionale. Abbiamo 20 statarelli con 20 sistemi sanitari regionali, ognuno ha un’organizzazione, non c’è una centralità degli interventi, ad esempio nella regione Calabria la percentuale è neanche del 50%.
Aspettavamo le terapie al posto del vaccino, ma non abbiamo  farmaci, quello che noi abbiamo sono farmaci per gli effetti ma non per il covid-19 ,curiamo la febbre, l’infiammazione con il cortisone, ma non abbiamo il farmaco per il trattamento  anti-covid farmacologico classico.
C’è qualcosa di interessante allo studio, e sono gli anticorpi monoclonali, sono  quelli che ha fatto Trump. Sono farmaci che affiancheranno il vaccino e soprattutto utili per quelle persone che per motivi vari non possono essere vaccinate.
Speriamo di averli tra maggio e giugno .

I vaccini e il fatturato dei farmaci

I vaccini rappresentano l’1,4% del fatturato dei farmaci contro tutto il resto, in Italia si spendono per 371 milioni l’anno per i vaccini contro 11 miliardi di spesa farmaceutica, è vero l’esatto contrario,  noi dovremmo avere una ricerca sui vaccini e gli antibiotici che sia indipendente dalle case farmaceutiche . Come esiste un CERN per la Fisica dovrebbe esistere un centro di ricerca per le malattie infettive affinchè le scoperte siano un patrimonio di tutti, soprattutto per queste malattie che riguardano la salute di tutti. E’ ovvio che le case farmaceutiche ci saranno sempre e non ci si può affidare alle case farmaceutiche per la ricerca su vaccini e antibiotici che riguardano tutti. La ricerca deve essere pubblica così come la sanità.
E’ stata finanziata una ricerca per un vaccino italiano , ed ha dato buoni risultati nella fase 1; non è solo importante per quanto riguarda la bontà dei nostri ricercatori, ma perché stiamo dando un segnale importante a tutto il mondo della ricerca che siamo in grado anche noi indipendentemente dalle case farmaceutiche che ci possono dare o non dare i vaccini, ad avere una produzione nostra controllata dallo stato, questo è un segnale importantissimo.

I dosaggi: come funzionano?

Il flacone di vaccino della Pfizer contiene un numero di dosi superiore a 5,  perché ci possono essere delle perdite durante l’estrazione della dose quindi la Pfizer ha messo 6/7 dosi rispetto  alle classiche 5 che doveva contenere.  Cosa significa ? Che ci si è trovati probabilmente  ad avere un numero di dosi maggiore rispetto alle prenotazioni, cioè 100 persone e 120 dosi, ma una volta che il flacone viene aperto  non può essere conservato, allora cosa facciamo? E’ successo purtroppo qualcosa di non etico: hanno chiamato gli amici, un po’ all’italiana; l’alternativa  sarebbe stata buttarlo, questo bisogna riconoscerlo non sarebbe stato nemmeno etico.
Ci dovevano pensare prima,  già da un mese si  sapeva perfettamente che conteneva più dosi di quella descritte, addirittura da un 20 o 30% in più,  alcuni enti europei hanno autorizzato un più 20% e allora si sono comportati di conseguenza quindi si sapeva prima che si potevano ottenere più dosi e si doveva e poteva organizzare .

Come regolarsi in questo periodo di vaccini e richiami: le indicazioni di Consumerismo

Il nostro diritto /dovere è quello di informare in maniera corretta, su quali siano i vantaggi di un comportamento corretto e soprattutto smentire quelle che sono le fake  dei novax, veramente terribili, in particolar modo quelle che dietro il vaccino ci sono le multinazionali perché chissà quanto guadagnano.
E’ vero, ci sono anche dei comportamenti scorretti da parte delle case farmaceutiche:  non si danno le notizie prima al mercato e poi agli organi competenti,  è quello che hanno fatto Pfizer e Moderna, hanno parlato prima agli investitori e poi alle istituzioni, questo non è un atteggiamento corretto, diamo benzina agli incendiari.
Il nostro consiglio è solo uno: informarsi sui siti istituzionali, è l’unica cosa che noi possiamo fare in questo momento, e le misure  le conosciamo già.
Il solo comportamento corretto è VACCINARSI quando sarà il nostro turno e non saltare la fila.
Ecco perché adesso è ancora più importante vaccinarsi, ma tutto dipenderà dalla velocità con cui lo faremo se tarderemo a vaccinare potremmo non raggiungere l’immunità di gregge.
Se tarderemo è una corsa tra noi e il virus, lui muta noi dobbiamo essere veloci ad anticiparlo.

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