
Il Ministero della Salute lancia un allarme importante: in Italia, nelle ultime settimane, sono stati segnalati focolai di botulismo alimentare, una malattia rara ma potenzialmente gravissima. La comunicazione ufficiale arriva dalla Direzione Generale dell’Igiene e della Sicurezza Alimentare (DGISAN), che richiama cittadini, operatori e istituzioni a una vigilanza attenta e rigorosa.
Secondo la nota ministeriale, tra gli alimenti più a rischio si segnalano:
• zuppe e vellutate vegetali refrigerate pronte al consumo,
• conserve vegetali, in particolare verdure sott’olio,
• prodotti con bassa acidità e alto contenuto di acqua libera, come alcune preparazioni vegetali fresche o in sottovuoto.
Il Ministero ricorda che i precedenti indirizzi operativi contenuti nella circolare del 2017 (“Botulismo e sicurezza alimentare: indirizzi operativi”) restano pienamente validi e oggi rappresentano il quadro metodologico per le attività di controllo e prevenzione.
Le regole pratiche per i consumatori
Il comunicato è molto chiaro:
• Le zuppe di legumi, cereali e verdure vanno portate a bollore e mantenute in ebollizione per almeno tre minuti prima del consumo.
• Le vellutate vanno bollite per almeno un minuto, mescolando bene durante il riscaldamento per distribuire il calore in maniera uniforme.
• È obbligatorio che queste istruzioni siano riportate in etichetta dai produttori.
• La refrigerazione a una temperatura pari o inferiore a +4 °C deve essere mantenuta in tutte le fasi – dalla produzione, al trasporto, fino all’esposizione nei punti vendita. Il freddo non elimina il rischio, ma lo riduce in maniera significativa se rispettato con rigore.
Per quanto riguarda le conserve vegetali a bassa acidità, come le verdure in olio, il Ministero sottolinea la necessità di una acidificazione documentata con pH finale ≤ 4,2 (limite critico ≤ 4,6) e ribadisce il divieto di rinvasi o vendite sfuse non accompagnate da idonea documentazione di processo.
Particolare attenzione va posta anche a prodotti come polpa di avocado o guacamole, che richiedono il rispetto rigoroso della catena del freddo e dei tempi di conservazione previsti.
Consumerismo ricorda che la catena del freddo è spesso sottovalutata dai consumatori stessi. Portare a casa prodotti refrigerati senza borsa termica o lasciarli troppo a lungo a temperatura ambiente può compromettere la sicurezza alimentare. Dalla spesa al frigorifero domestico, ogni passaggio è fondamentale: il rischio non riguarda solo il botulismo ma anche altre contaminazioni.
Per questo motivo è essenziale che i cittadini rispettino alcune regole di buon senso: acquistare i prodotti freschi e refrigerati solo in negozi che rispettano le condizioni di esposizione, utilizzare borse termiche per il trasporto, e riporre subito i prodotti nel frigorifero una volta arrivati a casa.
Sul fronte clinico, il Ministero richiama i sintomi da considerare come sospetti di botulismo: diplopia, ptosi palpebrale, midriasi, disfagia, secchezza della bocca, difficoltà a parlare, stipsi, ritenzione urinaria, debolezza progressiva e sintomi respiratori. In caso di sospetto è fondamentale chiamare immediatamente il 118 e attivare il percorso per la somministrazione dell’antitossina, senza attendere gli esiti di laboratorio.
Le Autorità competenti hanno annunciato un’intensificazione dei controlli nei prossimi mesi, con particolare attenzione alla ristorazione, alla grande distribuzione, ai laboratori artigianali, alle sagre e agli eventi temporanei. In caso di dubbi sulla sicurezza si procederà con sospensioni cautelative, campionamenti, ritiri e notifiche al RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed).
«Il botulismo è raro, ma può essere molto grave – sottolinea Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo –. Se un consumatore nota che in un punto vendita un prodotto non è conservato correttamente, può e deve segnalarlo alle autorità competenti. La prima linea di intervento è l’ASL territoriale, ma ci si può rivolgere anche ai Vigili Urbani, alla Guardia di Finanza o al NAS dei Carabinieri. Allo stesso modo, se troviamo in vendita prodotti con confezioni rigonfie, effervescenze, odori anomali o in cattivo stato di conservazione, non bisogna mai assaggiare: occorre segnalarlo immediatamente. Solo così tuteliamo la salute collettiva e riduciamo i rischi».
“Consumerismo ricorda alcune semplici regole per i cittadini: non consumare mai conserve casalinghe o industriali che mostrino segni di alterazione, conservare sempre le eccedenze in frigorifero e consumarle entro pochi giorni (massimo una settimana), e soprattutto rispettare le istruzioni riportate in etichetta” – Barbara Molinario