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Trapani, segnalazioni di gasolio sporco allo sportello +Tutela: Consumerismo spiega come tutelarsi

Gasolio sporco a Trapani: guasti ai motori dopo rifornimenti, guida pratica per ottenere risarcimento e richiesta di controlli più rigorosi sulla filiera dei carburanti

Negli ultimi giorni allo sportello +Tutela di Trapani dell’associazione Consumerismo No Profit sono giunte diverse segnalazioni di automobilisti che, dopo aver fatto rifornimento presso distributori della zona, hanno riscontrato guasti al motore o malfunzionamenti riconducibili a carburante sporco o contaminato.

Secondo quanto riferito dai consumatori si tratterebbe di gasolio “annacquato” o contenente impurità, in grado di compromettere il corretto funzionamento del veicolo e causare danni più o meno costosi. Il fenomeno, pur non nuovo, sembra in aumento e richiede maggiore attenzione e consapevolezza da parte degli automobilisti.

Il gasolio sporco è un prodotto difettoso

Il rifornimento di carburante presso una stazione di servizio equivale, giuridicamente, a una compravendita di bene di consumo, nel quale trova applicazione il codice del consumo – sottolinea Paolo Di Donato Legale dell’Associazione. Il gestore dell’impianto è pertanto responsabile della qualità del carburante venduto e deve garantire che il prodotto sia conforme, sicuro e privo di vizi.

L’articolo 117 del Codice definisce difettoso qualsiasi prodotto che “non offra la sicurezza che ci si può legittimamente attendere”, mentre l’articolo 130 stabilisce che il venditore è tenuto a risarcire i danni causati dal difetto di conformità, purché il vizio venga denunciato entro 60 giorni dalla scoperta.

In sintesi: se il gasolio immesso nel serbatoio è contaminato e provoca danni, il consumatore ha diritto a essere risarcito.

Cosa deve fare il consumatore

In caso di sospetto carburante sporco, Consumerismo e lo sportello +Tutela di Trapani raccomandano di agire tempestivamente seguendo questi passaggi fondamentali:

  1. Fermare il veicolo e rivolgersi subito a un’officina di fiducia, chiedendo al meccanico di documentare il guasto e le cause tecniche del danneggiamento.

  2. Prelevare un campione di gasolio dal serbatoio e inviarlo a un centro di analisi specializzato, per verificare la presenza di acqua o altre impurità.

  3. Conservare la prova del rifornimento (scontrino, ricevuta o estratto di pagamento elettronico) per dimostrare il punto vendita interessato.

  4. Raccogliere tutta la documentazione delle spese sostenute: fatture di riparazione, soccorso stradale, analisi di laboratorio e altri costi correlati.

  5. Inviare una richiesta formale di risarcimento alla società che gestisce la pompa di benzina, tramite raccomandata A/R o PEC, allegando tutte le prove raccolte.

Il gestore, per liberarsi da responsabilità, dovrà dimostrare di aver venduto carburante conforme o che il danno è stato causato da fattori esterni.

Un fenomeno che richiede più controlli

Le segnalazioni raccolte a Trapani riportano l’attenzione su un tema che, pur non essendo nuovo, merita un monitoraggio costante: la qualità del carburante lungo la filiera distributiva.

Dal deposito al trasporto, fino allo stoccaggio nei serbatoi delle stazioni di servizio, il carburante attraversa passaggi che possono esporlo a fenomeni di contaminazione o degradazione, con possibili ripercussioni sul corretto funzionamento dei veicoli.

Consumerismo ritiene importante rafforzare l’attenzione e la collaborazione tra operatori, enti di controllo e gestori, così da ridurre il rischio che eventuali anomalie possano tradursi in disagi o danni per gli automobilisti. Un sistema di controlli più puntuale, accompagnato da una manutenzione accurata degli impianti, rappresenta uno strumento essenziale per tutelare sia i cittadini sia gli stessi distributori.

«Il problema ha due aspetti, spiega Giovanni Riccobono, Direttore Generale di Consumerismo e Responsabile dello Sportello +Tutela di Trapani, da un lato i costi di riparazione, che possono essere importanti; dall’altro la difficoltà per i cittadini nel capire come muoversi e quali diritti possono far valere. Il nostro obiettivo non è puntare il dito, ma favorire maggiori controlli, tracciabilità lungo la filiera e procedure più chiare, così da evitare che episodi isolati generino disagi significativi per chi subisce il danno».

Giovanni Riccobono

Da oltre 12 anni impegnato nel settore energetico ha deciso di specializzare la sua figura nella tutela energetica ovvero nel garantire diritti e doveri dei consumatori nel mondo delle utility luce e gas. Le sue competenze nel settore energetico sono certificate dalla norma UNI 11782:2020 di Utility Manager. Blogger e divulgatore energetico è autore di 3 libri per tutela energetica dei consumatori. Ha preso parte, inoltre, a diverse iniziative per aumentare l’informazione e la consapevolezza dei consumatori di energia elettrica e gas. È un conciliatore esperto nelle controversie energetiche: ha gestito oltre 4000 reclami e recuperato oltre un milione di euro a favore dei consumatori.
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