
Viviamo in un tempo in cui le opinioni corrono veloci, ma i dati faticano a stare al passo. Ogni giorno, cittadini e media si trovano di fronte a un mare di informazioni frammentate: tariffe, servizi, promesse politiche e indicatori economici.
Senza strumenti solidi, la rotta rischia di perdersi. In un’economia globale attraversata da shock energetici, guerre commerciali, transizione verde e digitale, la qualità dell’informazione e il suo orientamento non è più un dettaglio tecnico ma un vero fattore competitivo.
Dati verificati, comparabili, letti con metodo e direzione sono l’unico modo per trasformare il consumatore in cittadino consapevole, capace di scegliere e di incidere.
Il Centro Studi “Cittadinanza e Nuove Economie” nasce da questa esigenza: non solo produrre analisi, ma dare loro un senso concreto.
Non si tratta di un think tank tradizionale, ma di un laboratorio con “doppia profondità”: da un lato indagini sui servizi essenziali, analisi campionarie e confronti internazionali; dall’altro una lettura strategica, economica e geopolitica delle trasformazioni in atto. Il consumatore non viene più rappresentato solo come utente, ma come cittadino dove il proprio talento diventa la risorsa economica e culturale da valorizzare e trattenere, vero capitale umano del nostro Paese.
Il cuore dell’attività sarà l’Atlante della Cittadinanza Economica e del Talento: un rapporto annuale che fotograferà la posizione dell’Italia nel mondo non soltanto su prezzi e servizi, ma su tre dimensioni chiave. La prima è la sovranità dei diritti, cioè le politiche attuate dalle istituzioni per garantire e difendere i cittadini, con confronti sistematici con i benchmark europei e internazionali. La seconda è la competizione dei talenti: retention dei giovani qualificati, investimenti in formazione, ricerca e innovazione, capacità di attrarre e non perdere cervelli. La terza è la fiducia nel capitale sociale, misurando il grado di coesione e la capacità del sistema Paese di “fare sistema” di fronte alle crisi globali.
Tre dimensioni che, lette insieme, compongono un quadro geopolitico della cittadinanza. L’Atlante produrrà un indice sintetico (“Cittadinanza e Talento”), mappe e ranking dei dieci talenti più strategici da avere per essere competitivi per l’anno successivo. Non solo freddi numeri, ma uno strumento di scenario. Riconoscendo le istituzioni e le imprese che si sono distinte nell’anno appena trascorso. In un contesto in cui l’ISTAT misura il costo della vita, questo Atlante misurerà la qualità della cittadinanza nell’arena globale: se l’Italia sta avanzando o arretrando nella protezione e nella valorizzazione del capitale umano dei suoi cittadini.
Senza talento non c’è competitività, senza dati non c’è governance.
Uno strumento che puà trasformare il dibattito pubblico da reattivo a proattivo e posizionando l’Italia come laboratorio di nuovi paradigmi economici e sociali. Una mappa geopolitica del cittadino capace di anticipare gli scenari futuri e una bussola utile ai media per raccontare il Paese oltre gli slogan. Perché nel XXI secolo la vera sovranità è sapere leggere i dati e saper valorizzare il talento dei propri cittadini come risorsa strategica.