Notizie

DDL Concorrenza 2025, Consumerismo No Profit: fermare deriva

Vanno ritirati tutti gli emendamenti in tema di TLC

La decisione di Forza Italia di ritirare l’emendamento sugli aumenti automatici delle tariffe telefoniche non basta, perché sono molteplici gli emendamenti al Ddl Concorrenza che, per favorire le grazie aziende della telefonia, danneggiano i consumatori.

 

Lo afferma Consumerismo No Profit, che per prima in Italia aveva lanciato l’allarme sugli effetti negativi delle proposte presentate.

“Il disegno tracciato dagli emendamenti è chiaro: rendere l’assistenza ai cittadini un privilegio a pagamento e trasformare i dati tecnici degli utenti in carburante per campagne di marketing sempre più invasive” – spiega il presidente Luigi Gabriele.

Il primo segnale arriva dall’emendamento 6.0.6, firmato dal senatore Dario Damiani (FI): la proposta è quella di aggiornare il Piano nazionale di numerazione per i servizi di customer care, consentendo agli operatori telefonici di applicare tariffe alle chiamate di assistenza. Il testo parla di “miglioramento della qualità”, ma la realtà è che si vuole monetizzare il disagio. Se hai un problema con la tua linea, potresti dover pagare per segnalarlo. Una scelta che contraddice apertamente l’articolo 64 del Codice del Consumo che garantisce la gratuità dell’assistenza post-vendita, e ignora le disposizioni dell’Agcom, che da anni impone agli operatori di offrire supporto umano senza costi aggiuntivi.

Ma il vero capolavoro del paradosso arriva con gli emendamenti 8.0.7, 8.0.8, 8.0.9, 8.0.10, che propongono di aprire all’uso commerciale del database MNP (Mobile Number Portability) – denuncia Consumerismo – Questo archivio serve a garantire la portabilità del numero tra operatori, ma se trasformato in strumento di marketing, diventa una miniera di dati per chi vuole intercettare il cliente nel momento più vulnerabile: quello del cambio operatore. “Il database MNP è nato per garantire libertà di scelta, non per alimentare campagne pubblicitarie – spiega Gabriele – Consentirne l’uso commerciale significa permettere agli operatori di inseguire i clienti con offerte mirate, sfruttando informazioni che dovrebbero restare neutrali. È una forma di pressione mascherata da concorrenza. Per questo chiediamo al Parlamento di respingere questi emendamenti e di riportare il testo alla sua vera missione: rafforzare la tutela dei consumatori e costruire mercati equi e trasparenti”.

Redazione

Per inviarci articoli, temi da trattare o suggerimenti, ti preghiamo di scrivere a redazione@consumerismo.it
Pulsante per tornare all'inizio
RICHIEDI ASSISTENZA