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Donazione di sangue, in Italia il modello funziona ma serve più cultura, soprattutto tra donne e giovani

In Italia oltre 1,67 milioni di donatori garantiscono l’autosufficienza, ma serve un cambio culturale: più donne, più giovani e maggiore accesso nelle aree interne per evitare carenze future.

I dati del Centro Nazionale Sangue confermano che la donazione di sangue in Italia continua a reggere, con oltre 3 milioni di donazioni nel 2024 e un aumento dell’1,1% grazie a circa 1,67 milioni di donatori attivi. Eppure dietro questi numeri emerge una criticità che richiede un’accelerazione culturale, perché la partecipazione resta sbilanciata verso uomini e fasce d’età più mature.

Le donne rappresentano poco più di un terzo dei donatori e i giovani accedono alla donazione solo in casi eccezionali, spesso legati a emergenze che colpiscono qualcuno della loro comunità. In conferenza stampa è stato ribadito che c’è un’emergenza donne e giovani, perché donano troppo poco e non si riesce a garantire il ricambio generazionale. Il rischio concreto è di ritrovarsi senza sangue nei prossimi anni se non si interviene con politiche educative strutturate e continuative.

La cornice normativa, delineata dalla Legge 21 ottobre 2005 n. 219, assicura che la donazione sia volontaria, anonima e gratuita. Il sistema è controllato e uniforme su tutto il territorio nazionale, con standard elevati di sicurezza, ma nonostante ciò persistono miti e disinformazione che frenano molti cittadini. C’è ancora chi crede che donare sangue sia rischioso o possa indebolire. La realtà è diversa, perché la procedura è sicura, sottoposta a controlli rigorosi, e offre al donatore un monitoraggio periodico dello stato di salute, favorendo una prevenzione più costante.

Per comprendere meglio perché molte donne non donano o smettono di farlo, è nata l’iniziativa Globuli Rosa promossa insieme al Ministero della Salute. Il progetto evidenzia come interferenze culturali, scarsa informazione, vincoli lavorativi o familiari e pregiudizi legati alla salute rappresentino ancora ostacoli rilevanti. Le donne hanno un potenziale enorme come donatrici regolari e facilitarne l’accesso, con orari più flessibili, sedi vicine e campagne dedicate, significa rafforzare l’autosufficienza nazionale.

Proprio il tema dell’autosufficienza è al centro della Conferenza Stampa dell’Osservatorio Nazionale Donazione Sangue e Plasma del 10 dicembre 2025, moderata da Antonio Caggiano di Rai e aperta dal presidente di DonatoriNati Claudio Saltari. Partecipo a questo confronto insieme a rappresentanti del Centro Nazionale Sangue, del Centro Nazionale Trapianti, della Fondazione Gimema, delle Forze dell’Ordine, di Anas, delle associazioni familiari e vittime della strada e dei principali ospedali italiani. Il dibattito affronta la necessità di rafforzare gli accordi interregionali, di migliorare la compensazione del sangue e dei plasmaderivati, di analizzare l’invecchiamento della popolazione e il ruolo cruciale della società civile, dei giovani, delle donne e degli immigrati nel costruire un sistema donativo stabile e moderno.

Durante l’incontro è emersa anche una criticità che incide in modo pesante sulla raccolta nazionale. In molte aree interne del Paese non è possibile utilizzare le autoemoteche, un limite che non dipende da fattori tecnici ma da scelte politiche deliberate a livello regionale. Valle d’Aosta, Trentino, Veneto, Emilia, Toscana, Umbria e Marche non autorizzano l’impiego delle unità mobili, con la conseguenza che interi territori restano esclusi dalla possibilità di organizzare giornate di donazione di prossimità. Questo significa che anche il donatore più convinto è obbligato a recarsi in ospedale, spesso lontano dal luogo di residenza, e questo riduce in modo significativo la raccolta. È un paradosso che va affrontato senza esitazioni, perché un sistema che chiede ai cittadini di donare non può permettersi di limitare lo strumento più efficace per raggiungere chi vive nelle aree interne.

Altro tema fondamentale emerso nel confronto è quello dell’età della donazione. Oggi il limite è fissato a 65 anni, estendibile fino a 70 in ospedale. Questa soglia è mantenuta rigida perché si tende a spremere il più possibile i donatori storici, dato che i giovani donano troppo poco. È una strategia tampone che non risolve il problema strutturale. Se l’obiettivo è proteggere l’autosufficienza del Paese, occorre valutare l’innalzamento dell’età massima, accompagnato da controlli adeguati, per permettere a chi è in buona salute di continuare a donare e sostenere un sistema che altrimenti rischia di trovarsi scoperto.

Un ulteriore elemento critico riguarda la quasi totale assenza degli immigrati dalla donazione. Durante la conferenza si è sottolineato che un coinvolgimento attivo di queste comunità sarebbe doppiamente utile, perché permetterebbe di rafforzare la raccolta e allo stesso tempo di migliorare la profilassi sanitaria grazie ai controlli obbligatori che accompagnano ogni donazione. Un momento chiave potrebbe essere quello del rilascio o rinnovo dei permessi di soggiorno, che potrebbe diventare occasione per fornire informazione corretta e incentivare la partecipazione a un gesto che ha ricadute positive su tutta la collettività.

Promuovere una cultura del dono significa anche lavorare sulle abitudini quotidiane. Un Paese che dona regolarmente è un Paese più efficiente, meno dipendente dalle importazioni, più sostenibile nel lungo periodo, con minori sprechi e con costi sanitari ottimizzati. Per favorire l’incontro tra cittadini e luoghi in cui donare è oggi disponibile la web app ufficiale di DonatoriNati, raggiungibile dal sito www.donatorinati.it, che permette di verificare in pochi secondi dove e quando è possibile effettuare una donazione sul territorio. Uno strumento semplice che elimina uno degli ostacoli più frequenti, cioè la difficoltà di orientarsi tra sedi e disponibilità, e che può incrementare in modo significativo la partecipazione consapevole.

Da questo confronto emerge un impegno che come Consumerismo No Profit intendiamo assumere in modo concreto. La cultura della donazione deve diventare parte dell’educazione del consumatore e delle politiche commerciali delle aziende. Un sistema che funziona ha bisogno di comunità consapevoli e di imprese che riconoscano il valore sociale della donazione e lo sostengano con iniziative dedicate. Consumerismo farà la sua parte per promuovere una maggiore sensibilizzazione, sostenere percorsi informativi e incoraggiare cittadini, imprese e territori a contribuire a un modello donativo moderno, efficiente e capace di garantire scorte adeguate.

Consumerismo si impegnerà per costruire una migliore cultura della donazione e ringrazia Claudio Saltari, presidente dell’Osservatorio Nazionale, per averci coinvolto e per aver contribuito a sensibilizzarci verso questo impegno.

Luigi Gabriele

Luigi Gabriele è un giornalista (iscritto al'ODG del Lazio) e comunicatore pubblico (iscritto all'associazione di categoria), con una solida expertise in relazioni istituzionali e comunicazione pubblica. La sua formazione accademica include una laurea in Scienze Politiche Universià Sapienza di Roma con indirizzo politico amministrativo e una specializzazione in affari regolatori, relazioni istituzionali e comunicazione pubblica. Dopo aver maturato diverse esperienze professionali in aziende e università, dal 2008 è attivamente impegnato nel sociale come attivista per la tutela dei consumatori. In questo ambito, ha ricoperto il ruolo di esperto e comunicatore pubblico per le principali organizzazioni del settore. Luigi Gabriele è un consulente stabile per i principali media italiani in materia di economia & consumi. La sua competenza è riconosciuta anche a livello istituzionale, essendo componente dei gruppi di lavoro sulla tutela del consumatore del Ministero dello Sviluppo Economico e avendo fornito consulenza specialistica a numerose commissioni parlamentari su testi legislativi riguardanti la protezione dei consumatori. Attualmente, è presidente di Consumerismo no profit, la lobby indipendente dei consumatori italiani. E' docente in comunicazione pubblica presso il Master di secondo livello in "Management e governance della pubblica amministrazione" dell'Università Niccolò Cusano. La sua carriera testimonia un impegno costante per l'informazione, la difesa dei diritti e la promozione della conoscenza. presidenza@consumerismo.it www.luigigabriele.it
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