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Dichiariamo guerra alla guerra: parte la campagna di boicottaggio #ConsumoPace

Non è solo guerra: è economia. E tu puoi scegliere da che parte stare
di Barbara Molinario per Consumerismo

La guerra parte anche dal carrello: la proposta di , boicottare chi la alimenta. Consumerismo lancia il boicottaggio: stop ai prodotti americani e israeliani per fermare la guerra. Dall’attacco USA ai siti nucleari iraniani alle scelte nel nostro carrello: la guerra si combatte anche nei supermercati. Ecco perché i consumatori non sono mai spettatori passivi.

Gli Stati Uniti hanno attaccato tre siti nucleari in Iran. Un atto di guerra annunciato da Donald Trump come un “successo militare spettacolare”, compiuto in sinergia con il premier israeliano Netanyahu. Un attacco che ha alzato pericolosamente il livello di tensione globale e ha già scatenato risposte iraniane e la preoccupazione dell’ONU, dell’Unione Europea e di diverse potenze internazionali.

Ma se tutto questo sembra lontano – se leggendo queste righe pensate “è politica estera, non mi riguarda” – vi sbagliate. La guerra ha sempre un prezzo. E quel prezzo, lo pagano i cittadini. Lo pagano con l’aumento dei prezzi dei carburanti, con le che salgono, con l’insicurezza degli approvvigionamenti alimentari ed energetici. Lo pagano ogni volta che una crisi internazionale fa tremare i mercati e riduce il potere d’acquisto delle famiglie.

La proposta di Consumerismo: boicottaggio consapevole

In risposta a questo scenario, Consumerismo lancia la campagna nazionale di boicottaggio : un invito ai cittadini a non finanziare più, con i propri acquisti, quei paesi che alimentano conflitti armati per interesse economico e potere geopolitico.

“Non è una battaglia contro i popoli — americani o ebrei — ma contro la follia di una parte di essi, oggi al potere, che ha perso ogni senso di umanità. Non possiamo essere complici. Dobbiamo scegliere da che parte stare”, afferma , presidente di Consumerismo.

“Il boicottaggio è uno strumento civile e democratico. È il nostro modo di dire basta a un’economia che bombarda e inquina, che distrugge e poi vende la ricostruzione.”

Un esempio simbolico: la regina delle bollicine

Tra i prodotti simbolo da boicottare, c’è la più iconica bibita nera gassata zuccherata al mondo.
Dolce, frizzante, onnipresente.
Ma anche inutile dal punto di vista nutrizionale, dannosa per la salute, distruttiva per l’ambiente e fondata su un modello occupazionale precario.

Non serve dire il nome: tutti la conosciamo.
E tutti possiamo scegliere di non comprarla più.
Un piccolo gesto, che se moltiplicato, diventa una scossa all’intero sistema.

Perché una guerra in Medio Oriente è anche una guerra alla tua economia domestica?

  • Energia e carburanti: l’instabilità nella regione minaccia la sicurezza dello Stretto di Hormuz, da cui passa circa il 20% del petrolio mondiale.
  • Inflazione importata: se aumentano i costi di trasporto e produzione, aumenta anche il costo della spesa. Alcuni beni di largo consumo, come pasta, farina, olio, potrebbero subire rincari, anche a causa di timori speculativi.
  • Mercati in fibrillazione: i beni rifugio (oro, dollaro) salgono, le borse crollano, e chi ha investito nei fondi pensione o nei titoli di Stato può ritrovarsi con rendimenti più bassi e meno sicurezza.
  • Boom della domanda e corsa all’accumulo: nei primi giorni di incertezza – lo abbiamo visto con il Covid – c’è sempre chi corre a fare scorte. E così carta igienica, acqua, scatolame e altri prodotti possono sparire dagli scaffali o subire rincari ingiustificati.

Economia della paura: i bunker in vendita e il business dell’insicurezza

Negli ultimi mesi abbiamo visto crescere le offerte sponsorizzate che propongono bunker e rifugi anti-guerra, rivolti a cittadini preoccupati dall’instabilità globale. È il segno di un nuovo mercato basato sulla paura collettiva, che trasforma l’insicurezza in un business.

Invece di rincorrere il panico, serve fermarsi e riflettere: la vera sicurezza si costruisce con l’informazione, la responsabilità e scelte consapevoli. Lasciarsi trascinare da questo mercato della paura significa finanziare chi specula sull’insicurezza e allontanarsi dalla pace che tutti desideriamo.

E allora cosa possiamo fare?

Non tutto è perduto. Anzi, il potere del consumatore è oggi più forte che mai. Come ricorda Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo, è tempo di agire: “Le guerre si finanziano con l’economia. Le economie sono guidate dai consumi. I consumatori, quindi, non sono vittime, ma protagonisti. Boicottare i prodotti americani e israeliani è oggi un gesto politico consapevole. Non si tratta solo di opinione, ma di responsabilità civile: smettiamo di dare i nostri soldi a chi li usa per armarsi.”

Consumerismo lancia dunque una campagna per il consumo etico, con una proposta concreta:

  • Boicottaggio mirato di prodotti e marchi americani e israeliani coinvolti nel finanziamento della guerra.
  • Trasparenza delle filiere: chiediamo che i distributori italiani specifichino l’origine dei prodotti e i legami societari con aziende coinvolte in armamenti o conflitti.
  • Educazione al consumo attivo: con iniziative nelle scuole e nei media per spiegare che ogni euro speso può sostenere la pace o la guerra.

Non è tempo di paura. È tempo di scelta.

Non dobbiamo svuotare i supermercati, ma riempirli di scelte consapevoli.
Non serve scappare nei rifugi, ma pretendere trasparenza, etica, responsabilità dalle imprese. 
Non siamo solo vittime dei conflitti: siamo parte attiva dell’economia che li alimenta o li ferma. E allora, la domanda non è se dobbiamo avere paura. 
La vera domanda è: a chi vogliamo dare i nostri soldi oggi?

COSA POSSIAMO FARE OGGI – IN 3 MOSSE

  1. Controlla prima di comprare – Informati sull’origine dei prodotti e delle aziende. Evita marchi legati alla produzione bellica o alle lobby energetiche responsabili del conflitto.
  2. Diffondi il messaggio – Condividi la campagna #ConsumoPace con amici e familiari. Ogni persona informata è un passo verso la pace.
  3. Sostieni la proposta di Consumerismo sul consumo consapevole – iscriviti a Consumerismo e sostieni le nostre iniziative al seguente link https://associazione.consumerismo.it/iscriviti/

Barbara Molinario

Barbara Molinario è giornalista ed esperta di comunicazione, con oltre venticinque anni di esperienza nel mondo dell’editoria. Opinionista indipendente, interviene su temi legati ai consumi e alla tutela dei consumatori. Collabora con numerose testate giornalistiche, agenzie stampa, web, radio e TV, tra cui TG1, Rai Parlamento, Unomattina, Estate in Diretta, Tg2 Costume e Società, Agorà, Mi Manda Rai 3, TGR Lazio, Mattino Cinque, Ansa, Aska, Adn Kronos. È anche speaker radiofonica. Esperta di moda e costume, è direttrice del magazine Fashion News Magazine. Segretario Generale dell’associazione no profit Consumerismo, si occupa di promozione dei diritti dei cittadini e sensibilizzazione sociale. È inoltre Presidente dell’associazione Road to green 2020, con cui promuove la sostenibilità ambientale attraverso il forum internazionale “La città del futuro” e il contest #roadtogreen, che valorizza artisti, designer e innovatori. Con il progetto Road to pink è attivamente impegnata nella lotta contro la violenza di genere. Progettista di interventi per privati e bandi pubblici, opera nei settori dell’impresa e del sociale, sviluppando iniziative ad alto impatto culturale, ambientale ed educativo. È attivista nel campo della tutela e formazione dei minori. Conta all’attivo progetti come Legal Love e Mangio dopo, che affrontano temi legati al benessere psico-fisico dei più giovani, collaborando con scuole e istituzioni pubbliche. Docente di comunicazione, ufficio stampa, pubbliche relazioni e organizzazione eventi, è amministratore della società DBG Management & Consulting srl ed è tra i soci fondatori del Convention Bureau Roma e Lazio. È stata per anni attiva nel sistema Confindustria. Tra le sue pubblicazioni e produzioni: Combattere il cyberbullismo. Riconoscere le Fake News. Gestire gli haters; Zero, il libretto interattivo contro lo spreco del cibo; Racconto di una vita da Corsaro. Pier Paolo Pasolini; Riciclare è un’arte; Sostenibilità nell’industria della moda, tra nuovi trend, falsi miti. Come presidente dell’Associazione no profit Road to green 2020, dal 2016 ogni anno organizza il Forum internazionale “La città del futuro” dedicato alla promozione della sostenibilità ambientale, con il sostegno del Ministero della Transizione Ecologica, tante istituzioni e realtà private attive nel mondo dell’ecologia. Mecenate appassionata di arte e cultura, promuove e favorisce le belle arti, dal 2017 dà voce e spazio a creativi attraverso il contest #roadtogreen sostenendo concretamente artisti, designer, ricercatori, studiosi, letterati. Attivista contro la violenza di genere in ogni forma, tramite il progetto Road to pink dà voce alle donne. Amministratore della società di eventi e ufficio stampa DBG Management & Consulting, è tra i soci fondatori del Convention Bureau Roma e Lazio, per anni ha militato in Confindustria. Tra le pubblicazioni ed i videocorsi: “Combattere il cyberbullismo. Riconoscere le Fake News. Gestire gli haters.”; “Zero, il libretto interattivo contro lo spreco del cibo”; “Racconto di una vita da Corsaro. Pier Paolo Pasolini.”; “Riciclare è un’arte”; “Sostenibilità nell’industria della moda, tra nuovi trend, falsi miti”.
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