
La tre giorni di East Bound Roma ha trasformato la Capitale in crocevia di creatività, sostenibilità e dialogo culturale. Dall’8 al 10 settembre, tra lo showroom all’Istituto Polacco e la sfilata conclusiva alla Galleria del Cardinale Colonna, designer e brand polacchi hanno presentato collezioni che hanno fatto della sostenibilità il cuore della loro identità.
Per i consumatori italiani l’evento non è stato solo spettacolo, ma un esempio concreto di come l’industria della moda possa cambiare rotta. Secondo i dati UNEP, il settore tessile è tra i più inquinanti al mondo, responsabile del 10% delle emissioni globali e di circa 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno. Qui, invece, sono stati presentati progetti che mostrano alternative praticabili: capi realizzati con tessuti riciclati, borse ottenute da scarti vegetali come la Apple Peel Skin, cappelli prodotti a mano in serie limitate per contrastare il consumismo, gioielli che uniscono stampa 3D e lavorazione manuale, e borse riciclate create senza consumo d’acqua e con finalità benefiche.
Per i lettori attenti ai consumi sostenibili ci sono insegnamenti concreti. Scegliere capi in fibre naturali come lana e lino, preferire brand che puntano su trasparenza della filiera, acquistare accessori in serie limitate o frutto di upcycling riduce sprechi e impatto ambientale. Una borsa o un cappello artigianale, se ben curati, hanno una durata che supera di gran lunga quella dei prodotti industriali a basso costo, e spesso si trasformano in veri e propri investimenti.
East Bound Roma è stato anche un messaggio economico importante: la Polonia ha scelto di investire in Italia per raccontare la propria moda sostenibile, riconoscendo Roma come palcoscenico privilegiato. L’Italia resta infatti uno dei Paesi più attrattivi al mondo per eventi internazionali di alto livello, grazie al suo patrimonio storico e culturale. Luoghi come la Galleria Colonna dimostrano come le nostre città possano essere valorizzate come scenari unici, capaci di moltiplicare l’impatto mediatico e commerciale di manifestazioni internazionali.
Il mercato globale degli eventi è in continua crescita e rappresenta un’opportunità che l’Italia deve saper cogliere. Ospitare iniziative come questa significa non solo generare ricadute dirette per turismo, ristorazione e ospitalità, ma anche rafforzare l’immagine del Paese come hub culturale ed economico. La moda sostenibile, in particolare, è un settore in forte espansione, stimato a superare i 9 miliardi di euro circa entro il 2027.
Essere stati scelti dalla Polonia come partner per raccontare questo percorso significa valorizzare la nostra capacità di attrarre investimenti e visibilità. Per i consumatori, è la dimostrazione che sostenibilità e qualità non sono concetti astratti ma possono diventare pratiche quotidiane, a partire dalle scelte di acquisto.
Roma, come altre città italiane, può e deve continuare a candidarsi a ospitare eventi internazionali di questo livello. È un modo per trasformare il nostro patrimonio storico in un volano economico e culturale, capace di generare ricchezza e diffondere buone pratiche. La sostenibilità non è più un tema di nicchia: è il terreno su cui si gioca il futuro del consumo consapevole, della competitività industriale e della capacità del nostro Paese di attrarre investimenti.