Non è la solita lamentela per un disservizio telefonico. La segnalazione arrivata alla redazione di Consumerismo.it racconta una vicenda che ha del paradossale e che dovrebbe far riflettere tutti — consumatori, operatori e istituzioni — sull’urgenza di tutelare davvero i diritti digitali dei cittadini.
La protagonista è una cittadina di Napoli, residente nel CAP 80131, che ha deciso di passare alla fibra ottica TIM Business per migliorare la connessione della propria attività. Il contratto è stato sottoscritto il 6 maggio 2025, con la rassicurazione da parte dell’operatore che il passaggio sarebbe stato fluido, senza nemmeno un’ora di interruzione del servizio e senza sovrapposizioni di fatturazione con il precedente gestore, WindTre.
Peccato che la realtà si sia rivelata diametralmente opposta.
Il 29 maggio viene posata la fibra. Il 9 giugno avviene lo switch ufficiale da WindTre a TIM. Tuttavia, la comunicazione tra i due operatori è assente: WindTre non viene informata e continua a emettere fatture, nonostante il servizio sia – almeno sulla carta – cessato.
Il nuovo servizio TIM, invece, funziona appena due giorni, poi si interrompe completamente. Il risultato? Nessun collegamento con TIM, ma anche linea WindTre ormai disattivata. Un isolamento totale, aggravato dal fatto che nessuno è in grado di dire se si tratta di un guasto o di un’attivazione mai completata.
Nel frattempo, numerosi interventi tecnici, affidati in gran parte alla società Docotel, non hanno portato ad alcuna soluzione. E quando la cliente prova a sollecitare il call center per aprire ulteriori reclami, si sente rispondere che “ne sono già stati fatti troppi”. Una risposta che suona come una beffa.
Le conseguenze sono serie:
- Nessun accesso a internet né alla linea fissa
- Fatture indebite ancora emesse
- Costi aggiuntivi per navigare tramite rete mobile
- Danni diretti all’attività professionale della consumatrice
Abbiamo deciso di pubblicare questa testimonianza, tutelando l’anonimato della cittadina, perché riteniamo che questi episodi non debbano restare nell’ombra. In un’epoca in cui la connettività è un diritto fondamentale, lasciare un cliente isolato per settimane senza soluzioni è inaccettabile.
Invitiamo TIM a fornire chiarimenti e, soprattutto, una soluzione tempestiva ed efficace. E chiediamo alle autorità competenti, a partire da AGCOM, di vigilare attentamente su casi come questo, che rischiano di diventare la norma anziché l’eccezione.
Chi tutela davvero i consumatori quando la tecnologia smette di funzionare?
Per segnalazioni: piututela@consumerismo.it