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Covid: Garante Privacy, no a “pass vaccinali” per accedere a locali o fruire di servizi senza una legge nazionale

Pass vaccinali: il No del Garante Privacy

Con l’arrivo dei vaccini anti-Covid-19 si discute dell’opportunità di iniziare a implementare
soluzioni, anche digitali (es. app), per rispondere all’esigenza di rendere l’informazione sull’essersi o meno vaccinati come condizione per l’accesso a determinati locali o per la fruizione di taluni servizi (es. aeroporti, hotel, stazioni, palestre ecc.).
A tale proposito, nel caso si intenda far ricorso alle predette soluzioni, il Garante per la
privacy richiama l’attenzione dei decisori pubblici e degli operatori privati italiani sull’obbligo di rispettare la disciplina in materia di protezione dei dati personali.

Dati vaccinali delicati da proteggere

I dati relativi allo stato vaccinale, infatti, sono dati particolarmente delicati e un loro
trattamento non corretto può determinare conseguenze gravissime per la vita e i diritti fondamentali delle persone: conseguenze che, nel caso di specie, possono tradursi in discriminazioni, violazioni e compressioni illegittime di libertà costituzionali.
Il Garante ritiene, pertanto, che il trattamento dei dati relativi allo stato vaccinale dei
cittadini a fini di accesso a determinati locali o di fruizione di determinati servizi, debba essere oggetto di una norma di legge nazionale, conforme ai principi in materia di protezione dei dati personali (in particolare, quelli di proporzionalità, limitazione delle finalità e di minimizzazione dei dati), in modo da realizzare un equo bilanciamento tra l’interesse pubblico che si intende perseguire e l’interesse individuale alla riservatezza.

“App” e “Pass” illegittimi

In assenza di tale eventuale base giuridica normativa – sulla cui compatibilità con i principi
stabiliti dal Regolamento Ue il Garante si riserva di pronunciarsi – l’utilizzo in qualsiasi forma, da parte di soggetti pubblici e di soggetti privati fornitori di servizi destinati al pubblico, di app e pass destinati a distinguere i cittadini vaccinati dai cittadini non vaccinati è da considerarsi illegittimo.
La questione sarà oggetto di una prossima segnalazione al Parlamento.

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