
Un aperitivo estivo a Ostuni si è trasformato in uno scontrino che ha lasciato di stucco i clienti. Quattro persone hanno ordinato drink e stuzzichini in un locale del centro storico, ma al momento del conto hanno trovato una voce inattesa: “musica”, con un supplemento di 2 euro a testa, per un totale di 8 euro in più rispetto alle consumazioni. Nessuna comunicazione preventiva, nessuna indicazione sul menù, solo l’amara sorpresa al momento del pagamento.
Aggiornamento sul caso del “supplemento musica” a Ostuni
A seguito del servizio andato in onda su Mi Manda Rai3, al quale ha partecipato la segretaria generale di Consumerismo Barbara Molinario, emergono ulteriori elementi da chiarire sul caso del cosiddetto “supplemento musica” applicato da un locale di Ostuni. Nel corso della trasmissione è stato intervistato il gestore, che ha spiegato come i 2 euro a persona siano regolarmente riportati sul menù e vengano applicati soltanto nelle serate in cui è prevista la presenza di un DJ o di musica dal vivo.
In questo modo i clienti, scegliendo di recarsi in quel ristorante proprio in occasione degli eventi musicali, sono consapevoli fin dall’inizio di dover contribuire al costo dell’intrattenimento. È un’informazione chiara e accessibile, che quindi non può essere annoverata tra i cosiddetti “scontrini pazzi” o assimilata a pratiche scorrette.
Consumerismo difende con fermezza i diritti dei consumatori, ma lo fa sempre con equilibrio, basandosi sui fatti e non inseguendo titoli sensazionalistici. È giusto denunciare e contrastare ogni comportamento scorretto, ma è altrettanto doveroso riconoscere quando un operatore agisce nel rispetto delle regole, comunicando in modo trasparente e corretto i propri prezzi.
Questa integrazione al nostro articolo si rende necessaria per ribadire che il compito di un’associazione di consumatori non è alimentare polemiche superflue, ma vigilare affinché vengano tutelati i diritti dei cittadini senza dimenticare il rispetto verso chi lavora onestamente offrendo servizi dichiarati e regolari
La notizia è stata riportata da Rai News 24, che ha raccolto la testimonianza dei clienti e acceso i riflettori sul caso.
L’episodio ha immediatamente sollevato polemiche, soprattutto in una stagione già segnata da numerosi casi di “scontrini creativi” che alimentano il dibattito sui prezzi nei luoghi turistici. La questione non riguarda soltanto il portafoglio dei consumatori, ma la trasparenza e la fiducia che sono alla base del rapporto tra cliente ed esercente.
Giulio Pastore, direttore Puglia Consumerismo, ha commentato duramente:
«Come delegato regionale di Consumerismo, non posso restare in silenzio davanti all’ennesimo episodio che arriva da Ostuni: un semplice aperitivo si è trasformato in uno scontrino shock con 2 euro a testa per la musica, mai comunicati ai clienti. Non possiamo accettare che i consumatori vengano penalizzati con costi extra. La trasparenza dei prezzi è un obbligo, non un’opzione. Questo comportamento lede profondamente l’immagine della Puglia e rischia di compromettere tutto l’indotto legato al mondo del turismo. Non possiamo permetterci di giocare con la fiducia dei visitatori: quando inizieremo a perdere presenze, sarà troppo tardi per piangere. Invito tutti i consumatori a controllare sempre lo scontrino prima di pagare, chiedere spiegazioni per ogni voce extra e pretenderne la giustificazione, fotografare eventuali anomalie e segnalarle alle associazioni dei consumatori, ricordando che rifiutare sovrapprezzi ingiustificati è un diritto. Consumerismo continuerà a vigilare e a difendere i cittadini, affinché episodi come questo non danneggino ulteriormente l’economia e la reputazione della nostra regione».
Anche il direttore generale di Consumerismo, Giovanni Riccobono, ha espresso preoccupazione:
«Ho la sensazione che alcune attività lo stiano facendo di proposito: la frequenza con cui continuano a comparire episodi come i 2 euro per la musica, i supplementi per il taglio della pizza o altre voci improbabili non può essere casuale. Siamo di fronte a una prassi che non è più isolata ma sempre più diffusa. Pare quasi che certi ristoratori, consapevoli dell’eco mediatica che questi episodi generano, cerchino visibilità inseguendo il principio “nel bene o nel male, purché se ne parli”».
Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo, sottolinea l’importanza della collaborazione dei cittadini:
«Invito tutti i consumatori a non restare in silenzio di fronte a episodi come quello accaduto a Ostuni. Ogni volta che ci si trova davanti a costi non dichiarati o addebitati in modo scorretto, è fondamentale segnalarlo alle forze dell’ordine. In particolare, ci si può rivolgere ai vigili urbani, che rappresentano il presidio di prossimità sul territorio, oppure alla Guardia di Finanza, che ha competenza specifica sul controllo dei prezzi e delle pratiche commerciali scorrette. Solo attraverso le denunce sarà possibile arginare queste derive e difendere i diritti dei cittadini e la credibilità delle nostre località turistiche».
Il caso di Ostuni diventa così emblematico di un fenomeno più ampio che rischia di minare la credibilità dell’intero comparto turistico. Se l’accoglienza è il biglietto da visita di una regione, la trasparenza dei prezzi è il suo valore aggiunto. In assenza di regole chiare e rispettate, il rischio è che a pagare il prezzo più alto siano proprio i consumatori e, di riflesso, l’economia locale.