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Anoressia e bulimia: allarmante parabola ascendente

Il 15 marzo è la giornata del Fiocchetto Lilla contro i disturbi alimentari che si inserisce in un quadro di crescente attenzione internazionale sul tema.

Anoressia e bulimia sono, negli Stati Uniti, la prima causa di morte per malattia mentale.

In Italia, ne soffrono circa 3 milioni di persone (fonte: survey nazionale del Ministero della Salute 2019- 2023) e i disturbi del comportamento alimentare rappresentano la seconda causa di morte tra i giovani (ben 4mila nel 2023).

Secondo le stime del Ministero della salute, a seguito dell’effetto stressogeno causato dalla pandemia da Covid-19 si è registrato un incremento del 30%, con un’età di esordio che si sta abbassando sempre più.

Confrontando i dati relativi dagli anni 2000 in cui, il Ministero della Salute, pubblicava un dato pari circa 300 mila persone in cura per tale problematica, si evince un allarmante parabola ascendente.

Guarda caso, si tratta dello stesso periodo temporale che ha segnato l’avvento e lo sviluppo esponenziale e su scala mondiale dei social. Nonostante i più noti social media abbiano, da qualche anno, proibito pubblicità e contenuti riguardanti condotte alimentari estreme, tra gruppi e algoritmi, arginare i controlli è tutt’altro che difficile.

A dare l’allarme è la nota nutrizionista e giornalista Samantha Biale che ha prodotto un report, raccogliendo centinaia di profili Istagram di ragazze e giovani donne affette da una grave forma di anoressia. Contengono post fotografici accomunati dal concetto di ‘thinispiration’ in cui viene mostrato fieramente il corpo ossuto, al limite della sopravvivenza, come forma di auto-incoraggiamento alla magrezza assoluta. A funzionare come fuoco sulla benzina c’è la complicità di migliaia di like e commenti di utenti che stimolano le ragazze a proseguire il percorso di privazione alimentare, mediante una strategia di istigazione lusinghiera (sei bellissima, sei sempre più sexy e magra, sei un esempio da seguire, etc..).

Accedere a questo mondo sommerso, nonostante gli hashtag specifici bannati, è facile per chiunque sia iscritto a un social: basta incominciare a mettere like e commentare qualche account con contenuti di disturbi alimentari e perdita estrema di peso, affinché l’algoritmo stesso, designato a mostrare solo ciò che può piacere all’utente, incominci a suggerire contenuti simili” spiega la dottoressa Samantha Biale che ha prodotto il dettagliato report ”Sfruttando questo meccanismo, si arriva facilmente anche alle pagine di consigli estremi per pesare sempre meno, spesso celati abilmente dietro una facciata di suggerimenti alimentari apparentemente salutari.  

E’ indubbio che ci sia una relazione diretta tra la visione di contenuti online “pro- eating disorder” e la manifestazione dell’anoressia (metanalisi di Rodger e colleghi – 2016): sono spunti di ispirazione troppo forti e diretti per non fare centro in soggetti giovani e insicuri, magari già predisposti.

Per contrastare questi contenuti social che continuano a crescere incontrollati, in Francia è stata varata una legge che ha trasformato la pubblicazione di siti pro-Ana in un reato penale, mentre in Italia, c’è per ora un DDL sul reato di istigazione all’anoressia. Si tratta del 580 bis, istituito per punire chi convince le vittime, spesso adolescenti, che il loro corpo non va. Il disegno di legge presentato da Fratelli d’Italia in Senato che prende di mira i “thinfluencer” prevede multe da 20.000 a 60.000 euro e carcere fino a due anni. Se la vittima ha meno di 14 anni o non è in grado di intendere e volere le multe possono arrivare fino a 150 mila euro e la reclusione fino a 4 anni.

«Ad oggi non si hanno notizie di casi esemplari di punizione. Forse occorre trovare l’anello mancante per far partire un circolo virtuoso di denuncia diretta da parte dei cittadini comuni. L’anoressia ha cause profonde e diverse, ma diversamente a quanto accadeva prima dei social, oggi chi si trova in un momento di debolezza, può trovare la complicità di migliaia di persone squilibrate in rete» suggerisce la dottoressa Samantha Biale che aggiunge «Anoressia e bulimia sono la prima causa di morte dei giovani dopo gli incidenti stradali! Io stessa ne ho sofferto durante l’adolescenza e ho deciso di diventare nutrizionista e giornalista proprio per aiutare le persone a evitare di caderci e, nel caso, uscirne con i minori danni possibili per il fisico e la psiche. Magari è una goccia nel mare, ma può servire a salvare vite».

Samantha Biale

Samantha Biale è nutrizionista, giornalista professionista e prima diet coach italiana. Firma di riferimento per l’alimentazione per i più noti magazine italiani, ha la sua rubrica settimanale “Buono a sapersi” su TV Sorrisi e Canzoni. Partecipa come esperta di alimentazione a varie trasmissioni televisive. Ha co-condotto ‘Sai cosa Mangi? su Rete 4, e ha ideato e condotto ‘SOS pausa pranzo’ su La5-Mediaset. Tra le collaborazioni con le emittenti radiofoniche, si annovera ‘RMC Doc’ di cui è stata autrice e speaker. Relatrice e moderatrice per congressi scientifici nazionali di alimentazione e food. Svolge attività di consulenza per aziende alimentari e farmaceutiche. Vera appassionata di animali e di tematiche green, si è dedicata alla “cucinaquattrozampe” di Cronache Animali su Rai 2, diventando anche un’esperta di nutrizione per cani e gatti.
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