
Siamo al 40% dell’anno. Una cifra aritmetica, certo. Ma anche un’occasione geometrica: quella di riposizionare la bussola.
Non siamo all’inizio, dove tutto è potenziale. Non siamo alla fine, dove tutto si chiude.
Siamo in quel tratto di rotta che separa le intenzioni dai risultati.
Il tempo in cui si decide la traiettoria. E questa soglia parla non solo del calendario, ma del nostro modo di stare al mondo, oggi.
Italia, talento diffuso ma senza regia
In questo primo scorcio del 2025 l’Italia ha continuato a muoversi, come spesso fa, più per iniziativa che per sistema. Innovatori, PMI, artigiani visionari e imprenditori ad asset leggero continuano a generare valore nonostante la fragilità delle cornici istituzionali.
È un Paese a trazione individuale. Non sempre è un male. Ma non è abbastanza. Se ognuno spinge nella sua direzione, il sistema non si muove. Serve un’intelligenza collettiva che trasformi il genio in forza trasformativa.
Checkpoint esistenziale: stai andando o stai solo avanzando?
Nel mondo della strategia, il 40% non è un numero neutro. È una soglia utile. Abbiamo già compiuto abbastanza strada da poterci guardare indietro. Ma non troppa da non poter cambiare. A questo punto dell’anno, non ha più senso chiedersi “come sta andando?”
La vera domanda è: “sto andando dove ha senso andare?”
In un tempo in cui tutto accelera, fermarsi per ricalibrare non è una pausa. È leadership.
Il grande inganno del progresso: il pilota automatico
C’è una trappola insidiosa che accompagna il nostro tempo: l’idea che il movimento equivalga al miglioramento. Scrolliamo, lavoriamo, pianifichiamo, reagiamo. Ma raramente ci fermiamo a domandare se stiamo davvero progredendo… o semplicemente procedendo. Il 40% dell’anno può anche voler dire che abbiamo fatto molto. Ma quel “molto” ci ha portati più vicini o più lontani da chi vogliamo essere? Nel business, come nella vita, serve lucidità per distinguere il rumore dalla direzione.
Questo è il momento di decidere
A differenza del 31 dicembre o del 1° gennaio, oggi non siamo nella retorica della fine o della promessa del nuovo. Siamo nel mezzo del viaggio. Ed è proprio qui che si decidono le svolte più autentiche. Quando c’è ancora abbastanza tempo per cambiare, ma abbastanza esperienza per scegliere con consapevolezza, ogni decisione vale doppio.
- Per le aziende, è il momento di ridefinire obiettivi e metriche.
- Per le persone, di riallineare intenzioni e azioni.
- Per i sistemi, di scegliere se continuare a sopravvivere o iniziare finalmente a vivere.
Il 40% dell’anno è già storia. Ma il restante 60% è ancora destino. E se non possiamo cambiare il tempo che è passato, possiamo ancora decidere cosa farne.