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INPS verso la rivoluzione? Il racconto dell’uomo “normale” che sta cercando di cambiare l’elefante

I primi 100 giorni della nuova ERA INPS. Il racconto di Vincenzo Di Nicola, Responsabile per l'Innovazione Tecnologica e la Trasformazione Digitale all'INPS

I miei primi 100 giorni in INPS

di Vincenzo Di Nicola, Responsabile per l’Innovazione Tecnologica e la Trasformazione Digitale

(immagine tratta dal videogioco Caesar III)

Ho ormai passato il traguardo dei 100 giorni in INPS. Uno dei periodi più intensi della mia vita professionale, ma anche uno di quelli più elettrizzanti. E, nello spirito della trasparenza (“glasnost” come diceva Mikhail Gorbaciov), reputo doveroso condividere le mie impressioni coi milioni di cittadini italiani che servo con questo lavoro.

Grazie

Prima di tutto GRAZIE. Davvero. Sono stato travolto d’affetto e di messaggi di stima. Mi scuso di non aver potuto rispondere a tutti, ma sono stato concentrato sul lavoro: potete stare certi che sia io che le persone con cui lavoro stiamo mettendo l’anima per essere degni delle vostre speranze.

E grazie ancora per il sostegno morale: non avete idea di quanto sia stato e sia importante. Nei momenti duri vado a rileggermi quei messaggi: è la positività che mi dà la carica, mi fa ricordare il perché del nostro ruolo, e mi fa premere il pedale dell’acceleratore.

Primo impatto

Sono tante le cose che mi hanno stupito dell’INPS, ma se devo sceglierne una su tutte è questa. Decenni fa l’INPS è stata veramente innovatrice nelle tecnologie. Come l’ho scoperto?

Faccio un passo indietro. Nel cercare di comprendere meglio l’esperienza del portale INPS con le fasce anziane, sono entrato con lo SPID dei miei genitori per avere un loro riscontro.
Problematiche e migliorie a parte, mi ha sbigottito vedere questo:

Questi sono i contributi che mio padre versò da ragazzo come contadino negli anni ’60.

Fermiamoci un attimo. Negli anni ’60 non c’era l’Informatica, almeno non come la conosciamo oggi. Tutto era cartaceo, conservato in mega archivi. Quindi, come è mai possibile che le informazioni contributive di mio padre come contadino degli anni ’60 siano ora facilmente accessibili in forma digitale? E, di converso, come accidenti è possibile che invece i suoi anni di lavoro poi come dipendente comunale fino agli anni ’90 NON esistano in forma digitale?

Un pezzo di Storia dell’INPS

Ho voluto indagare per capire meglio. Partendo da questo, ho appreso che l’INPS negli anni ’80 intraprese un enorme progetto di digitalizzazione delle informazioni, riversando nei propri database ogni dato cartaceo dei contribuenti.

Uno sforzo immane per i canoni di oggi. Figuriamoci all’epoca. E di una lungimiranza come poche. Davvero tanta stima per questo progetto, che fu ideato e guidato da Gianni Billia.

È grazie a questo sforzo perso nella memoria che ho potuto visualizzare i contributi di mio padre come contadino negli anni ’60.
Mentre invece l’INPDAP non fece nulla di tutto questo per i dipendenti pubblici: e infatti non posso vedere i contributi di mio padre quando divenne dipendente comunale.

Il rischio di cullarsi sugli allori

Qualche decennio fa l’INPS è stata quindi davvero all’avanguardia nell’Informatica in Italia, e probabilmente anche in Europa.

Non so cosa sia successo poi.
Io so solo che i meriti informatici NON migliorano invecchiando nel tempo come un buon vino. Tutt’altro.

L’Informatica è un settore in continua ed enorme evoluzione: esserne stati pionieri negli anni ’80 è giusto motivo di vanto, ma vuol dire ben poco oggi se ci si è poi fermati lì. Per usare un paragone calcistico, è come pensare che il Milan sia ancora oggi la miglior squadra del mondo per via dei trionfi ai tempi di Arrigo Sacchi.

L’Innovazione va coltivata e portata sempre e costantemente avanti: bisogna sì essere orgogliosi di quello che si è costruito, ma tenendo sempre a mente che quello non è un punto di arrivo, bensì di partenza per evoluzioni ben maggiori.

L’importanza della competizione

Io amo la competizione: è linfa vitale che stimola il progresso. E va ringraziata la competizione dovuta al mondo privato per aver aperto a tutti gli occhi.

Pensiamoci un attimo. Siamo abituati ad usare servizi come Netflix e Facebook, di facile utilizzo ed affidabili nonostante l’enorme complessità tecnologica dietro le quinte.
Perché il Pubblico settore non deve essere così? È doveroso per un cittadino esigere servizi moderni. Così come è doveroso per una Pubblica Amministrazione offrire IL MEGLIO ai propri cittadini. Deve questa essere la quintessenza del servizio pubblico.

Un’occasione unica

Quanto avvenuto il 1 Aprile 2020 sarebbe potuto essere un modo per l’INPS per piangersi addosso e tirare a campare come purtroppo spesso si fa in Italia. Invece è stato l’elettroshock che ha rivitalizzato l’INPS, e iniziato a far cambiare totalmente marcia.

Un’occasione unica di rinnovamento. E sono fortunato, e non ho problemi ad ammetterlo, ad essere entrato in INPS con questo nuovo vento.

Ci tengo a ringraziare Pasquale Tridico (Presidente) e Gabriella Di Michele (Direttore Generale) per la nuova direzione, e Vincenzo Caridi (Direttore Informatica) per il costante supporto. È più semplice evolvere quando c’è la volontà e non trovi dinnanzi muri di gomma. Tocca solo lavorare duro, far emergere le competenze delle persone e, soprattutto, portare alla fine il meglio dei servizi al cittadino.

Di cosa mi sto occupando

Sono fermamente convinto che l’Innovazione possa scatenarsi solo quando si basa su fondamenta solide. Così come nello sport dobbiamo lavorare costantemente sulle basi prima di riuscire a fare un goal in rovesciata alla Ronaldo, così come sul Piave i nostri fanti dovevamo avere prima “sicure l’Alpi, libere le sponde” per poter sfondare a Vittorio Veneto: solo in questo modo possiamo andare avanti costruendo solidamente e con fiducia per il futuro.

In questa prima fase sto offrendo la mia esperienza per far sì che l’INPS passi rapidamente a:

  • Processi di sviluppo Agili (di nome, e di fatto). Già solo questo rappresenta un cambio drastico di passo. Non più sviluppi verticali in “silos” di squadre di lavoro isolate che non comunicano e rischiano di ricostruire ogni volta le stesse cose; bensì sviluppi orizzontali in cui il prodotto è concepito sin dall’inizio con una visione completa End-to-End. Questo vuol dire coinvolgere quotidianamente persone di squadre diverse, far sì che interagiscano positivamente tra di loro, far leva sui loro punti di forza, far emergere i bisogni dei cittadini, comunicare proattivamente rischi e risolverli attivamente. Il tutto rapidamente.
  • Pratiche DevOps a supporto dello sviluppo e rilascio software. Io credo molto nella Test Automation e nel giusto BDD (Behavior-Driven Development): abbatte drasticamente il rischio di bug e regressioni prima che arrivino in produzione, e aumenta la confidenza nella qualità dei servizi offerti. E, cosa da non ignorare, fa risparmiare tanti soldi a regime.
  • Riutilizzare componenti. Faccio giusto un esempio: è inutile che ogni servizio di pagamento riscriva ogni volta un validatore di IBAN. Oltre al costo per ripetere l’implementazione di qualcosa che già si ha, aumenta anche il rischio di introdurre nuovi bug e, in sistemi di grandi dimensioni, di perdersi nella comprensione dei problemi.
    DRY (“Don’t Repeat Yourself”) e KISS (“Keep It Simple, Stupid): sono questi i princìpî di software design a cui miro in INPS.
    Rendiamo semplice il tutto, basandoci su basi solide e condivise: il risultato finale, oltre ad essere più affidabile, costerà anche meno alla collettività.

E qui ripenso al mio articolo di Gennaio quando sono entrato in INPS.
Quando invocavo la Genkidama di Dragon Ball, intendevo proprio questo: il supporto di tutti, interno ed esterno, per poter costruire qualcosa di sempre più utile a tutta la comunità.

E, in aggiunta alle Pull Request su Github, ci tengo a ringraziare tutte quelle persone che nei canali più disparati mi hanno segnalato problemi tecnici.
Ce ne sono tante, ma una su tutte che mi piace citare è Alberto Gardenal. Mi ha scritto su Instagram riportando non solo l’errore. ma anche la strada per sistemarlo. Un rigore a porta vuota. Lo abbiamo sistemato velocemente grazie alle sue indicazioni, e ha finito col risolvere problemi che altri stavano patendo.

Segnalazione tecnica di bug con suggerimenti per la sua risoluzione. Ripulito di dati sensibili, e pubblicato con l’approvazione di Alberto Gardenal.

A tal proposito, abbiamo in piano di lanciare un portale di segnalazioni tecniche. In questo modo, arriveranno in maniera più strutturata dei social 🙂 Se avete suggerimenti su prodotti Open Source a cui l’INPS può accedere per creare più velocemente questo portale, non esitate per favore a farmelo sapere.

Dal basso verso l’alto

Io credo molto nell’approccio “bottom-up” invece del “top-down”. Dal basso verso l’alto, invece che dall’alto verso il basso. Ossia dare priorità ad ascoltare la gente, gli operatori, chi è davvero sul campo e può dare un giudizio sul servizio. E pensare meno a idee astratte concepite in una bolla che rischiano solo di avere poca attinenza alla realtà.

Per questo, nei limiti degli spostamenti dovuti alla pandemia, ho voluto visitare varie sedi INPS e raccogliere impressioni sul territorio. Grazie Luciano Busacca (L’Aquila), Vittoriana Saltarelli (Teramo), Alberto Dotto (Milano) e Salvatore De Falco (Lodi) per gli inviti. Queste visite sono state fondamentali per me per capire meglio le problematiche degli utenti e degli operatori.

Ad esempio, è stato proprio così che ho toccato con mano i problemi legati alla gestione della Cassa Integrazione.

Vincenzo Di Nicola, nella sede INPS di Teramo con Carla Romantini. Grazie per il corso accelerato di comprensione della Cassa Integrazione

A volte è facile scordarselo. Ma, dietro ogni riga sullo schermo, c’è un’azienda che chiede la Cassa Integrazione per i propri dipendenti, c’è un imprenditore che teme di aver fallito come persona e come professionista, c’è un padre e una madre che hanno bisogno di quei soldi per la propria famiglia. Non è retorica: è il grido di dolore di un’Italia allo stremo e che soffre ogni maledetto giorno.

L’Informatica deve correre – e velocemente – in loro soccorso, e almeno alleviare i problemi che stanno patendo.

Uno dei progetti che sto seguendo più da vicino consiste proprio nella ristrutturazione del portale per le domande di Cassa Integrazione. Si tratta del primo progetto con modalità di sviluppo Agile in INPS, frutto di una collaborazione multi-disciplinare tra la direzione informatica, quella prodotto, la struttura innovazione e consulenti esterni. E che ha portato alla creazione di una gran bella squadra d’assalto.

Il primo Sprint bi-mensile è iniziato il 15 Marzo e terminato il 31 Marzo. Questo è il burndown chart su Jira:

Per essere la prima volta di un progetto Agile, di altissima priorità per i cittadini e con squadre di lavoro “orizzontali” su varie aree e non più a silos verticali, è un ottimo inizio.
Il passo è migliorato ulteriormente con gli Sprint successivi, e spero che a metà Maggio potremo rilasciare il nuovo servizio. Tra l’altro, per la prima volta con frontend React, specifiche Gherkin e test automatici Selenium.

Può sembrare retorica, ma lo ripeto: la Pubblica Amministrazione deve servire i propri cittadini anche attraverso IL MEGLIO della tecnologia moderna.

Ed è anche per questo che mi piace vedere l’INPS all’avanguardia mondiale. Tra i compiti di cui mi devo occupare c’è anche quello di introdurre, concretamente, Machine Learning nei servizi dell’INPS. Ad esempio, oggi con un’altra bella squadra di lavoro stiamo comparando algoritmi tradizionali (Random Forest, SVM) con quelli recentissimi introdotti dai Transformer (GPT, BERT) per classificare le email che i cittadini inviano all’INPS e poter così rispondere più velocemente.

Attività di Ricerca Applicata, che non rimane nei laboratori universitari, ma che invece aiuta, nei fatti, il cittadino.

Un pensiero finale

Non è, e non sarà, facile. Ma ho incontrato validi professionisti in INPS e gran belle energie che aspettavano solo di essere sprigionate.

E la sapete una cosa? È glorioso lavorare nel pubblico e per il pubblico. Non riesco a trovare una parola migliore per esprimere questo tipo di lavoro, quando sai di poter dare il tuo meglio per fornire sollievo al tuo Paese nel presente e sostenerne la crescita tecnologica per il futuro. Specialmente poi nel periodo drammatico che stiamo vivendo.

Roma non fu costruita in un giorno“, dice il proverbio. Io aggiungo però che ci lavorano su ogni giorno per farla diventare quello che è. E spero anch’io di poter mettere il sigillo su una bella pagina di Storia d’Italia. Tanto, la ceralacca INPS già ce l’ho 🙂

 

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