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Telemarketing: flop totale per il registro delle opposizioni

Consumerismo: chiamate commerciali in costante crescita, manca ok del Governo al regolamento sulla telefonia mobile

Il flop del registro delle opposizioni

Il fenomeno del telemarketing è in costante crescita e il registro delle opposizioni per la telefonia fissa si è rivelato finora un flop, anche a causa della compravendita dei numeri telefonici degli utenti sul dark web, numeri che finiscono nelle mani di operatori e call center specializzati e vengono utilizzati per chiamate commerciali.
Lo denuncia Consumerismo No profit, che ricorda come il Governo italiano non abbia ancora dato l’ok al regolamento relativo al registro delle opposizioni nel settore della telefonia mobile.

Non solo contratti per telefonia ed energia: ora telemarketing usato anche per proporre investimenti finanziari

“Oggi il telemarketing rappresenta un fenomeno in costante crescita, con le telefonate promozionali che non sono più limitate alle proposte di nuovi contratti telefonici o per le forniture di luce e gas, ma riguardano anche il settore del trading e degli investimenti – spiega il presidente Luigi Gabriele – Il registro delle opposizioni partito nella telefonia fissa non ha migliorato la situazione e si è rivelato un fallimento, con i cittadini continuano a ricevere telefonate indesiderate sui propri cellulari come sui numeri fissi di casa. Questo perché qualsiasi revoca del consenso a ricevere chiamate commerciali può essere facilmente raggirata, ed esiste sul dark web una vera e propria compravendita dei numeri telefonici degli utenti, impossibile da gestire e che sfugge a qualsiasi controllo”.

Serve Registro Universale dei Consensi dove cittadini possono verificare in tempo reale uso dei dati e monetizzare le proprie informazioni personali

Un problema digitale, quindi, che non può essere risolto con regole inefficaci ma va combattuto con le armi messe a disposizione dalla moderna tecnologia. Per tale motivo Consumerismo, per difendere la privacy degli utenti italiani, chiede l’istituzione di un Registro Universale dei Consensi basato sulla Blockchain, dove in maniera digitale e facilitata gli utenti possono avere traccia dello sfruttamento dei loro dati ed eventualmente revocare i consensi, o decidere se monetizzare i propri dati personali, prestando il consenso al loro uso ottenendo in cambio un pagamento in denaro, ad esempio quando si ricevono telefonate commerciali o proposte di beni e servizi – conclude l’associazione.

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