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Class action, entrano in vigore nuove norme

Consumerismo: ora maggiori strumenti per tutelare non solo consumatori, ma anche aziende oneste

Entrate in vigore nuove norme sulla Class Action

Dopo una serie infinita di rinvii, sono entrate ufficialmente in vigore le nuove disposizioni in materia di class action previste dalla Legge 31/2019, ed è stata avviata la tanto attesa piattaforma telematica del Ministero della Giustizia per semplificare le procedure e dare pubblicità alle azioni collettive.
Una novità accolta con favore dai consumatori di CONSUMERISMO NO PROFIT, che consentirà non solo una maggiore difesa dei diritti degli utenti, ma anche una migliore tutela di imprese e aziende oneste.

Con la nuova class action tutti i soggetti interessati potranno avviare una azione di classe

“La legge supera finalmente l’esclusività della class action che era stata conferita alle sole associazioni del CNCU – spiega il presidente Luigi Gabriele – Fino a ieri l’azione collettiva rappresentava più una minaccia che uno strumento di tutela: alla fine ci si accordava sempre per la copertura delle spese legali a chi l’aveva promossa più che a ristorare i consumatori. Gli stessi consumatori venivano usati come grimaldello per obbligare le aziende a negoziare. Con la nuova class action finalmente basterà iscriversi ad un registro pubblico attraverso l’apposita piattaforma telematica, e tutti i soggetti interessati potranno avviare una azione di classe prendendosi rischi e meriti. E soprattutto il meccanismo di adesione opt-out è certamente più inclusivo del precedente opt-in”.

L’importanza delle nuove norme sulla class action riguarda non solo i consumatori ma anche le aziende

“L’importanza delle nuove norme sulla class action riguarda non solo i consumatori ma anche le aziende – prosegue Gabriele – Finalmente gli operatori onesti saranno tutelati dalle imprese scorrette, grazie alla possibilità di avviare azioni collettive sia nell’area business che consumer. Basti pensare all’enorme segmento della contraffazione dei prodotti o all’ingannevolezza nelle comunicazioni commerciali, a danno dei consumatori ma anche delle aziende che operano onestamente” – conclude il presidente di Consumerismo No Profit.

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