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Commercio: è boom per e-commerce, nel 2020 vendite +34,6%

Consumerismo: Covid rivoluziona abitudini di acquisto degli italiani, ma enormi danni per piccoli artigiani e negozi di quartiere. Nuovo Governo studi misure per garantire equa concorrenza o migliaia di esercizi destinati ad estinzione

2020: Boom e-commerce, estinzione artigiani e negozi di quartiere

Il 2020, se da un lato segna il boom dell’e-commerce con le vendite online cresciute del +34,6% rispetto all’anno precedente, dall’altro apre la strada all’estinzione per piccoli artigiani e negozi di quartiere, e dimostra l’evidente squilibrio del mercato.
Lo afferma CONSUMERISMO No Profit, associazione dei consumatori specializzata in tecnologia, lanciando l’allarme sul destino dell’artigianato e dei negozi tradizionali.

Le abitudini di acquisto degli italiani modificate dal Covid

“Si sta verificando quanto accaduto 30 anni fa con l’arrivo dei centri commerciali, che hanno modificato le periferie delle città facendo chiudere i piccoli negozi dei centri abitati: ora l’e-commerce sta producendo lo stesso effetto, ma questa volta ad essere colpiti saranno tutti, anche i centri commerciali – spiega il presidente di CONSUMERISMO, Luigi Gabriele – L’emergenza Covid ha accelerato il processo, modificando profondamente le abitudini di acquisto degli italiani e spingendo una consistente fetta di popolazione verso gli acquisti online, con una evidente alterazione del mercato e della concorrenza, di cui fanno le spese piccoli esercenti e artigiani”.

Far pagare le tasse anche a marketplace e marchant on line

“Il nuovo Governo dovrà prendere coscienza dei dati Istat e della nuova situazione del commercio, e tutti i marketplace e i merchant online di qualsiasi provenienza dovranno pagare le tasse in Italia come qualsiasi altro operatore commerciale – prosegue Gabriele – Con gli introiti fiscali si dovrà sostenere la trasformazione digitale, aiutando le piccole realtà, a partire dallo straordinario patrimonio artigianale italiano, a sbarcare online e concorrere ad armi pari con i giganti dell’e-commerce. Ci chiediamo infine se, considerata la situazione del commercio in Italia, non sia arrivato il momento di chiudere le Camere di Commercio, che allo stato non rivestono più un ruolo decisivo nella crescita del settore”.

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