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Solleciti EAS: torna alla riscossa l’Ente Acquedotti Siciliani

Cresce il numero di cittadini che, nei comuni di Paceco, Erice, Valderice, San Vito Lo Capo, Favignana e Salemi, stanno nuovamente ricevendo solleciti di pagamento da parte dell’EAS, l’Ente Acquedotti Siciliani ormai da anni in liquidazione. Le richieste riguardano consumi idrici risalenti in alcuni casi a oltre dieci anni fa.

Molti utenti riferiscono di aver ricevuto notifiche per fatture mai recapitate in passato, per importi calcolati su consumi stimati e non basati su letture reali, o ancora per eccedenze che non trovano alcun riscontro documentale. In diversi casi, il sollecito attuale risulta essere la prima comunicazione dopo anni di totale assenza di rapporti con l’ente. La vicenda si inserisce in un problema che dura da molto tempo.

Con l’avvio della liquidazione, l’EAS ha interrotto ogni forma di comunicazione ordinaria con gli utenti, lasciando i cittadini senza risposte sui consumi, sulle letture e sulle fatture. Per anni, migliaia di utenti hanno lamentato la mancanza di letture periodiche, la difficoltà nel recuperare documenti e la totale impossibilità di ottenere chiarimenti sulle posizioni debitorie. Nonostante ciò, l’unica attività rimasta pienamente operativa è quella legata alla riscossione.

Le segnalazioni raccolte mostrano un quadro ricorrente: i cittadini si vedono recapitare richieste di pagamento per periodi compresi tra il 2008 e il 2019, senza che venga allegata la copia della fattura originaria né la prova dell’invio di eventuali solleciti precedenti. In molti casi i consumi risultano calcolati in maniera forfettaria (c.d. eccedenze di seconda fascia) senza indicazione di letture effettive del contatore o di accessi tecnici.

Una situazione di stallo

Quella che i cittadini del Trapanese stanno vivendo non è una criticità isolata, ma l’ennesimo capitolo di una vicenda che si trascina da anni. Con l’avvio della procedura di liquidazione dell’EAS, l’ente ha interrotto non solo la comunicazione ordinaria con l’utenza, ma anche le attività fondamentali di gestione del servizio, tra cui la fatturazione regolare dei consumi.

Un blocco operativo che interessa tutti i Comuni storicamente serviti dall’EAS e che ha prodotto una condizione di paralisi amministrativa: gli utenti riferiscono infatti di essere da tempo impossibilitati a richiedere volture, effettuare nuovi allacci, presentare cessazioni, o aggiornare i propri dati contrattuali.

Di fatto, l’ente continua a non garantire alcun servizio “ordinario”, ma procede esclusivamente alla riscossione dei presunti crediti accumulati negli anni, spesso senza fornire documentazione adeguata o riscontri tecnici puntuali. Nel frattempo, i cittadini rimangono senza interlocutore, privi di informazioni chiare e costretti a gestire difformità amministrative non dipendenti dalla loro volontà.

Una condizione di stallo che aggraverebbe ulteriormente la posizione delle famiglie e delle attività commerciali, già in difficoltà per la mancanza di risposte e per l’impossibilità di regolarizzare la propria posizione contrattuale.

Il nodo delle prescrizione

A rendere il quadro ancora più complesso è la questione della prescrizione, che per le forniture idriche è fissata per legge in due anni per le fatture in scadenza dopo il 1° gennaio 2020. Ciò significa che, se l’ente non è in grado di dimostrare di aver inviato atti interruttivi della prescrizione entro tale periodo, il debito non può essere richiesto. Una tutela che, secondo Consumerismo, spesso non viene rispettata nelle comunicazioni che stanno circolando in queste settimane.

«Stiamo verificando solleciti che presentano forti criticità: mancano le fatture originali, non risultano notifiche precedenti e in molti casi i consumi sono stimati e non verificabili» afferma il Dott. Riccobono Giovanni dallo sportello +Tutela Trapani. «La prescrizione va applicata e non può essere ignorata. Non si possono scaricare sui cittadini anni di inefficienze amministrative».

Consumerismo invita i cittadini alla prudenza e a non procedere con pagamenti immediati. Chi riceve un sollecito dovrebbe innanzitutto contestare la mancata ricezione, richiedendone copia integrale della documentazione, compreso lo storico delle letture e l’eventuale prova dell’invio di precedenti solleciti. Una volta acquisiti i documenti sarà possibile verificare e valutare gli importi effettivamente dovuti o meno.

L’associazione ricorda che i cittadini possono ottenere assistenza attraverso lo sportello +Tutela di Trapani, raggiungibile anche tramite la compilazione del form qui sotto.

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Giovanni Riccobono

Da oltre 12 anni impegnato nel settore energetico ha deciso di specializzare la sua figura nella tutela energetica ovvero nel garantire diritti e doveri dei consumatori nel mondo delle utility luce e gas. Le sue competenze nel settore energetico sono certificate dalla norma UNI 11782:2020 di Utility Manager. Blogger e divulgatore energetico è autore di 3 libri per tutela energetica dei consumatori. Ha preso parte, inoltre, a diverse iniziative per aumentare l’informazione e la consapevolezza dei consumatori di energia elettrica e gas. È un conciliatore esperto nelle controversie energetiche: ha gestito oltre 4000 reclami e recuperato oltre un milione di euro a favore dei consumatori.
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