Finalmente, una nuova strategia coordinata tra AgCom e operatori telefonici promette di bloccare lo spoofing, tecnica usata per ingannare i consumatori simulando numeri italiani affidabili.
Addio al teleselling selvaggio?
L’estate 2025 segnerà un punto di svolta per chi è vittima dello spoofing, la pratica che consente a truffatori, spesso esteri, di camuffare il proprio numero facendolo apparire come locale. I picchi sono stati raggiunti con la liberalizzazione del mercato energetico, quando migliaia di consumatori hanno ricevuto offerte ingannevoli per cambiare gestore.
Secondo l’Arera, nel 2024 oltre il 20% dei nuovi contratti luce e gas sarebbe stato attivato con modalità scorrette, spesso tramite numeri non richiamabili e dichiarazioni fuorvianti. E lo spoofing non si limita all’energia: colpisce anche telefonia, polizze, prodotti finanziari, ecc.
Un piano a due fasi per fermare le chiamate-truffa
Il piano operativo, previsto per aprile 2025, prevede due fasi:
- Blocco delle chiamate da numeri fissi o non geografici (come 02, 06, 800) se provengono dall’estero.
- Controllo delle chiamate da numeri mobili, ancora più complesso ma fondamentale, poiché rappresentano la maggioranza delle segnalazioni.
Il cuore del sistema è un filtro preventivo che coinvolge circa 15 operatori internazionali autorizzati. Questi dovranno verificare in tempo reale se il numero chiamante esiste davvero, confrontandolo con le liste ufficiali del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
I limiti del Registro delle Opposizioni
Il Registro delle Opposizioni, pensato per bloccare le chiamate di marketing, non è efficace contro lo spoofing, poiché non ha potere sulle chiamate estere. Inoltre, non impedisce l’avvio della chiamata ma solo ne regola la legittimità.
Gli operatori in prima linea
Il sistema internazionale Stir/Shaken, usato in USA e Canada, è stato scartato per costi e incompatibilità tecniche. L’Italia punta su una soluzione su misura, con gli operatori di transito come barriera tra rete internazionale e nazionale.
Anche le aziende, dalle banche alle compagnie assicurative, spingono per accelerare: oltre al danno economico, soffrono un danno reputazionale, poiché i consumatori spesso non distinguono i truffatori dalle vere aziende. Con questa iniziativa, l’Italia potrebbe finalmente dare un freno concreto allo spoofing.