
Se per anni i tassi d’interesse dei mutui sono rimasti stabili (o negativi), tutto cambia a partire dal 2022, con un’ulteriore impennata nel 2023. Se nel Settembre 2022 avevamo un tasso, già parecchio alto, del 2,58%, oggi siamo arrivati al 4,20%. Viene da chiedersi: come ci siamo arrivati? Nel 2022 i tassi di interesse.
decisi dalla BCE sono risaliti a luglio dello 0,50%, a settembre di 0,75%, di altri 0,75% a ottobre e a dicembre di un altro 0,5%. I continui aumenti delle rate mensili scattati negli ultimi due anni pesano fino a quasi +4.400 euro all’anno su chi ha acceso un finanziamento a tasso variabile.
Se prendiamo in considerazione una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, per una durata di 25 anni (ossia l’importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa), notiamo come la rata mensile sia salita complessivamente negli ultimi due anni, tra i +270 e i +365 euro. L’aumento è dovuto all’effetto di tutti gli incrementi imposti dalla Banca Centrale Europea a partire dal 2022.
Questa situazione critica, non è comunque destinata a perdurare, o quantomeno si spera sia così. Già per il 2024 vedremo i primi tagli dei tassi di interesse. BCE ha previsto che il tasso di inflazione l’anno prossimo resterà sopra il 3% (è stimato al 3,2%) e che solo nel 2025 ci si avvicinerà al target, ossia al 2,1%.
La categoria under 36 è comunque agevolata grazie alla proroga della garanzia per i mutui casa rivolta a questa categoria. Questa misura agevola l’accesso al mercato immobiliare per una generazione che troppo spesso si scontra con ostacoli finanziari significativi.
Tasso fisso o variabile?
Il tasso variabile potrebbe essere il più conveniente entro i prossimi cinque anni, quando i tassi saranno scesi. Tuttavia, se i tassi dovessero rimanere costanti o continuare addirittura ad aumentare, allora il tasso fisso sarebbe la scelta più vantaggiosa. Alla luce di queste analisi, delle previsioni della BCE e guardando alla storia, uno scenario probabile potrebbe essere quello in cui già nel medio periodo (3-5 anni) potrebbe tornare ad essere conveniente un tasso variabile, quindi il suggerimento da dare alle famiglie alle prese con mutui ancora lontani dall’estinzione, potrebbe essere quello di “resistere”.