Borsa della Spesa

Patate d’oro? Prezzo alle stelle per il prodotto italiano. Ecco le cause

Emblema della cucina povera, la patata subisce un importante aumento dei prezzi e si scatena la febbre dell’import

Le patate sono uno degli alimenti alla base della nostra dieta mediterranea. Immancabili in ogni carrello. Versatili per eccellenza: dai piatti tipici a quelli gourmet, fino agli snack e lo street food. Oggi, la produzione nazionale non è sufficiente a soddisfare la domanda e si ricorre all’importazione. Durante i mesi invernali si importa da Francia, Germania, Belgio e Polonia. Adesso, in primavera, il maggior volume è quello proveniente dai paesi del nord Africa, in particolare l’Egitto.

Quali sono i prezzi attuali?

Un chilo di patate gialle da agricoltura biologica ha un prezzo di 2,68 €; una retina da un chilo e mezzo di patate novelle italiane ha un prezzo di 2,98 €; un chilo di patate novelle provenienti dall’Egitto ha un prezzo di 1,50€.

Nel 2023 l’Italia ha stabilito il record di importazioni di patate dall’estero, con un mercato da 300 milioni di euro.

I dati BMTI all’ingrosso

Quotazioni sostenute per il prodotto della scorsa campagna a causa delle condizioni climatiche avverse che hanno determinato malattie fungine che hanno portato ad una contrazione della produzione e prezzi che vanno da 0,60 a 0,90 euro/Kg per il prodotto nazionale e da 0,60 a 0,70 per il prodotto nord europeo.

É entrata nel vivo la campagna delle patate novelle la cui produzione invece è regolare e la qualità è buona. Prezzi regolari da 0,60 a 0,80 euro/Kg.

Il trend dell’import è dovuto all’importante calo di produzione. Quali sono le cause scatenanti?

Il calo di produzione, in Italia, era inevitabile. I costi di produzione sono così alti che non tutti i produttori riescono a far fronte alle gigantesche spese, aumentate di circa il 40%. Molti agricoltori hanno smesso produrre anche a causa dei rischi legati alle infestazioni, dovute al forte calo di fitofarmaci. Questo ha portato ad una disaffezione da parte dei produttori agricoli, sopratutto di quelli italiani, che hanno diminuito fortemente le superfici investite. Un aumento così alto dei costi fa calare l’interesse per questo tipo di coltura. A ciò si abbinano anche le azioni dell’UE, sempre più propensa a tagliare i prodotti fitosanitari che sono utili per debellare alcuni insetti; portando alla diminuzione della qualità e della quantità prodotta. Anche il cambiamento climatico ha una grossa fetta di responsabilità, causando una diminuzione della produzione che si aggira attorno al 30%.

 

Patate italiane o patate importate?

La difficoltà della produzione ha portato ad una massiccia intensificazione delle importazioni. Oggi i trasporti sono così veloci ed economici che è più conveniente acquistare dall’estero piuttosto che produrre in Italia. Consumerismo mette in guardia i consumatori dalle patate provenienti da paesi extra Unione Europea. Il più delle volte si tratta di prodotti trattati con agrofarmaci dannosi per la salute che, infatti, sono vietati in Europa.

Allo stesso modo, però, esiste ancora un mercato di eccellenza. Le patate DOP italiane hanno la loro fetta di affezionati consumatori, fra quelli che possono permettersi di spendere qualcosa in più per avere un prodotto genuino e locale.

Ciò a cui bisogna prestare molta attenzione è alle etichette ingannevoli: parliamo di quelle confezioni di patate riportanti una grafica accattivante con tanto di bandiera italiana, ma che poi contengono un prodotto di origine non italiana. È per questo motivo che Consumerismo suggerisce sempre, e caldamente, di leggere con massima attenzione le etichette. Leggendo l’etichetta si viene a conoscenza non solo della provenienza della patata, ma anche delle qualità organolettiche e delle caratteristiche della specifica patata. I prodotti di eccellenza hanno sempre un prezzo più elevato, specialmente quelli marchiati da un produttore prestigioso. Molto spesso, questi marchi, hanno un prezzo notevolmente più alto proprio per far fronte al massiccio investimento pubblicitario.

Sapevate che esistono più di 5000 varietà di patate?

Novelle, rosse, viola, blu o americane. Quali sono le più diffuse? Con l’arrivo della primavera, si inaugura la stagione delle patate novelle, tipiche del sud Italia. Rispetto alle patate normali hanno una buccia più sottile e vengono coltivate in Puglia, Sicilia e Campania.

Ideali per aggiungere un tocco di colore ad un piatto gourmet: parliamo delle patate viola, il cui colore è dovuto alla presenza di antocianine; dalle qualità antinfiammatorie e antiossidanti. Le patate rosse, invece, sono perfette per la preparazione di piatti tradizionali come gnocchi, tortelli, arrosti e fritture.

Sembrano patate… ma non lo sono proprio. Parliamo delle patate dolci dette anche americane o batate. Si tratta di una radice tuberosa, l’Ipogea batatas, dal sapore dolce e ricco di amido. Ricordano le patate, si, ma in realtà si tratta di due famiglie diverse.

Patate e selenio

Una patata normale, in media, continue circa un microgrammo di selenio per 100 gr. Le patate arricchite al selenio, invece, ne contengono nove microgrammi. Ortaggi come patate, carote e cipolle assorbono il selenio dai terreni in cui vengono coltivati. Si tratta di un minerale benefico per la nostra salute. L’assunzione di selenio riduce il rischio di tumori, di declino cognitivo, di malattie cardiovascolari e di problemi alla tiroide

Barbara Molinario

Giornalista, direttrice del giornale Fashion News Magazine, collabora da oltre venti anni con diverse testate giornalistiche. Esperta di costume e moda. Docente di comunicazione, ufficio stampa, pubbliche relazioni, organizzazione eventi. Speaker radiofonica su RID 96.8 FM. Come presidente dell’Associazione no profit Road to green 2020, dal 2016 ogni anno organizza il Forum internazionale “La città del futuro” dedicato alla promozione della sostenibilità ambientale, con il sostegno del Ministero della Transizione Ecologica, tante istituzioni e realtà private attive nel mondo dell’ecologia. Mecenate appassionata di arte e cultura, promuove e favorisce le belle arti, dal 2017 dà voce e spazio a creativi attraverso il contest #roadtogreen sostenendo concretamente artisti, designer, ricercatori, studiosi, letterati. Attivista contro la violenza di genere in ogni forma, tramite il progetto Road to pink dà voce alle donne. Amministratore della società di eventi e ufficio stampa DBG Management & Consulting, è tra i soci fondatori del Convention Bureau Roma e Lazio, per anni ha militato in Confindustria. Tra le pubblicazioni ed i videocorsi: “Combattere il cyberbullismo. Riconoscere le Fake News. Gestire gli haters.”; “Zero, il libretto interattivo contro lo spreco del cibo”; “Racconto di una vita da Corsaro. Pier Paolo Pasolini.”; “Riciclare è un’arte”; “Sostenibilità nell’industria della moda, tra nuovi trend, falsi miti”.

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