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TEST DIAGNOSTICI COVID19| differenze e quando sono utili

Nonostante siano passati diversi mesi dall’inizio della pandemia, ancora oggi c’è confusione circa i test diagnostici disponibili per l’accertamento della positività al Covid-19.

Negli ultimi giorni sono scoppiate delle vere e proprie truffe articolate sui falsi tamponi(ne abbiamo parlato proprio ieri a RadioInBlu con Chiara Piacenti) e in altri casi i costi, a seguito dell’autorizzazione delle regioni ai lavoratori privati sono lievitati al punto che sebbene i prezzi imposti dalle regioni, alcuni imprenditori disonesti hanno applicati dei sovrapprezzi pertanto il costo dei test a superare anche i 200 euro.
Oltre al prezzo esagerato, alcuni hanno persino omesso di dire che nel caso si è contagiati e successivamente guariti, alcuni tipi di test non liberano il paziente dalla quarantena.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza, grazie al supporto di due medici che hanno redatto questo articolo.

I test diagnostici attualmente in uso sono quattro

 Il TAMPONE (test molecolare)

Il tampone serve per diagnosticare la presenza del virus nell’organismo e quindi a verificare se c’è un’infezione in corso.
Viene effettuato solo in laboratori altamente specializzati e autorizzati e l’esito richiede in media dalle due alle sei ore dall’avvio della procedura ma Dato il sovraccarico dei laboratori l’esito può richiedere giorni.
Il tampone rino-faringeo rimane, al momento, l’unico strumento valido per l’accertamento della positività al Covid-19

Il TAMPONE RAPIDO (test antigenico)

Il cosiddetto “tampone rapido” viene effettuato con le stesse modalità del tampone molecolare (tampone rino-faringeo), ma in questo caso non vengono cercati i geni del virus bensì le sue proteine (antigeni). I tempi di risposta del tampone rapido sono molto brevi (circa 15 minuti).
Il tampone rapido è stato recentemente introdotto per le situazioni – come le scuole o gli aeroporti – in cui è necessario testare con rapidità molti soggetti.
La sensibilità e specificità di questo test sono inferiori rispetto a quello molecolare.

Il TEST SIEROLOGICO (quantitativo)

Il test sierologico consiste in un prelievo di sangue e viene definito quantitativo poiché, grazie a specifici sistemi di rilevazione (CLIA o ELISA), vengono dosate le quantità di anticorpi che il sistema immunitario produce in risposta all’infezione (IgG, IgM, IgA).
Il sierologico indica se si è entrati in contatto con il virus ma non è adatto a diagnosticare un’infezione in atto.
Un test sierologico negativo, infatti, può avere vari significati:
– la persona non è stata infettata dal virus;
– la persona è stata infettata molto recentemente (meno di 8-10 giorni prima) e non ha ancora sviluppato gli anticorpi contro il virus;
– la persona è stata infettata ma il titolo di anticorpi che ha sviluppato è, al momento dell’esecuzione del test, al di sotto del livello di rilevazione del test.
È importante sottolineare che i test sierologici non sostituiscono il test fatto sul tampone (test molecolare)

Il TEST SIEROLOGICO RAPIDO (qualitativo)

I test sierologici rapidi (comunemente definiti “pungidito”) si basano sullo stesso principio di quelli quantitativi, ma sono semplificati e danno risposte solo di tipo qualitativo, ovvero evidenziano se nell’organismo sono presenti gli anticorpi specifici per il virus. Per questi test è sufficiente una goccia di sangue, che viene esaminata in un kit portatile, ottenendo un riscontro immediato.
L’affidabilità di questo tipo di test è molto variabile e l’Organizzazione Mondiale della Sanità attualmente non ne raccomanda l’utilizzo

Luigi Gabriele

Presidente dell'Associazione Consumerismo no profit. Luigi Gabriele è laureato in Scienze Politiche, indirizzo politico amministrativo e specializzato in affari regolatori, relazioni istituzionali e comunicazione pubblica. Dopo diverse esperienze in aziende e presso l’Università Sapienza, dal 2008 si occupa di tutela del consumatore. Ha svolto la funzione di esperto per due delle principali associazioni nazionali, svolgendo sia il ruolo di esperto consumerista sia di comunicatore pubblico. E’ consulente stabile in materia di consumi e tutela del consumatore per Uno Mattina, Mi manda Rai3, Tg2 Italia, Tv 2000 - Attenti al Lupo, Radio Rai1, Radio24, Radio Cusano Campus e innumerevoli siti web e testate. Ha acquisito competenze per la risoluzione delle casistiche sia individuali sia collettive in tutela del consumatore nei settori regolamentati (energia, gas, acqua e rifiuti, telefonia, Internet e pay tv, assicurazioni, bancario e servizi postali) e nei settori di consumo generico, come commercio elettronico, innovazione tecnologica e spesa domestica. E’ componente dei gruppi di lavoro sulla tutela del consumatore del Ministero dello Sviluppo Economico e ha svolto consulenza specifica per numerosi commissioni parlamentari su testi di legge in materia di tutela dei consumatori. Oggi è presidente di Consumerismo no profit e di Visionari no profit, organizzazione per la divulgazione della scienza e della tecnologia. presidenza@consumerismo.it - www.luigigabriele.it
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