Da oggi, grazie alla trasposizione interna della normativa europea, è possibile che cittadini, attività produttive ed enti locali si associno per produrre e condividere energia elettrica da fonti pulite.
Questo è possibile allorché si creino delle configurazioni previste dalla legge. Le più conosciute prendono il nome di (1) comunità energetica e/o (2) autoconsumo collettivo.
Le normative principali di riferimento sono il decreto-legge 169/2019 (articolo 42 bis) nonché il decreto legislativo 199/2021.
In particolare, per quanto riguarda la comunità energetica, questa può essere definita come un soggetto giuridico che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria dei membri che ne fanno parte.
L’obiettivo principale, così come previsto dalla normativa, è quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri azionisti o membri.
Tra le varie forme che può assumere la comunità energetica vi è quella dell’associazione, oppure della società cooperativa.
Il primo passo per procedere con la costituzione della CER risulta essere l’individuazione dell’area su cui installare l’impianto che produce energia da fonte rinnovabile.
La comunità è, infatti, composta da due categorie di soggetti partecipanti: i produttori ed i consumatori.
